
Alla fine il triplete l'ha realizzato il Milan centrando il terzo successo sui 5 derby della stagione 24-25. E l'ha fatto con le modalità più convincenti di tutte, al culmine di una sfida, sofferta nella prima mezz'ora (uniche due occasioni da gol la traversa di Dimarco e il tiro di Lautaro finito in curva) ma poi dominata nel gioco, nell'ordine tattico e nelle chiusure difensive, evento questo quasi miracoloso. Sergio Conceiçao, questa volta, ha commentato in modo sobrio l'evento cancellando il famoso balletto di Riad con accensione del sigaro che tanto fece imbufalire il tifo interista. Ieri mattina il tecnico si è dedicato a una seduta di jogging nei dintorni di Milanello, la sera prima ha rilanciato un gigantesco rimpianto che deve essere esteso soprattutto al gruppo calciatori. «Se il Milan avesse giocato sempre con questa umiltà, non dico che sarebbe stata una passeggiata ma avremmo fatto qualcosa di diverso in campionato. Il mio futuro adesso non conta perché non abbiamo vinto ancora niente» la dichiarazione. Ma in questo caso oltre all'umiltà va segnalata l'assoluta mancanza di continuità, figlia probabilmente di un gruppo che non ha saputo accettare subito né l'arrivo di Fonseca e nemmeno la responsabilità di competere su tutti i fronti. Ha scelto le partite, come solitamente fanno le squadre pigre, non dotate di maturità professionale. Di qui il derby dell'andata, il viaggio col successo storico a Madrid contro il Real, la supercoppa d'Italia e adesso la semifinale di coppa Italia.
Nel dettaglio, ci sono stati contributi super da parte di alcuni esponenti da sottolineare. Per esempio quello di Reijnders che è diventato con i suoi 15 gol complessivi in stagione il centrocampista col maggior numero di reti segnate. Per esempio la scoperta di Luka Jovic, preferito a sorpresa ad Abraham, e autore dei due gol che hanno incanalato la sfida. «È anche dimagrito» la nota del tecnico portoghese. La verità è che nei mesi precedenti è stato alle prese con una pubalgia che l'ha costretto a farsi operare. Per esempio l'applicazione rigorosa della difesa a 3 che ha cementato certe fragilità del passato. Resta comunque la solita contraddizione: nel giro di tre giorni il Milan è passato da zero tiri in porta all'Atalanta ai 3 gol alla difesa dell'Inter. E questo, in vista di Venezia, dev'essere il tasto su cui battere. Nel frattempo ci sono altre chiavi di lettura provenienti da addetti ai lavori. Fabio Capello sostiene che «c'è qualcosa del Milan che procura fastidio all'Inter» ma è argomento di pertinenza interista.
Di sicuro la finale di coppa Italia, raggiunta dopo 7 anni dall'ultima edizione finita con una sconfitta clamorosa (0-4 dalla Juve di Allegri) che segnò il destino di Brocchi allenatore, potrebbe anche modificare all'ultima curva quello di Sergio Conceiçao.
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