Da giovedì il Milan è una squadra di San Donato. Il primo passo ufficiale è stato fatto, la costruzione del nuovo stadio alle porte di Milano si fa sempre più concreta. Il club rossonero ha perfezionato mediante atto notarile l'acquisizione dei terreni dove dovrebbe sorgere l'impianto. Si tratta di circa 256mila metri quadri su cui SportLifeCity, società acquisita dal Milan in estate, aveva già un preliminare di accordo. Ignote le cifre della compravendita, si vocifera di una somma di poco inferiore ai 20 milioni di euro, quel che è certo è che la spesa sostenuta è parte dei 40 milioni di euro versati a giugno dall'azionista Red Bird nelle casse del club per spese di sviluppo del progetto. Da qui in avanti la corsa contro il tempo, posa della prima pietra a inizio 2026, inaugurazione nel 2028, l'obiettivo è festeggiare i 130 anni dalla fondazione nella «nuova casa».
Già martedì prossimo è previsto un altro passaggio molto importante, quando il sindaco del Comune di San Donato incontrerà la città, per rispondere agli interrogativi sul progetto. Interrogativi, però, che non sono solamente quelli della città che dovrà ospitare il nuovo stadio. In queste ore si intrecciano questioni politiche, pratiche e «di cuore». Innanzitutto: che ne sarà del Meazza e del progetto di ristrutturazione presentato dal sindaco Sala pochi giorni fa? Sul punto, l'opposizione cittadina di centrodestra ha già trovato il varco per involarsi in gol: «Incredibile occasione persa per l'inerzia, l'incapacità e l'indecisione pluriennale del sindaco Beppe Sala e della sinistra che non governa Milano», scrive la Lega in una nota.
E l'Inter? Resterà nel «nuovo» Meazza come unico padrone di casa o, come pare, resta concentrata sull'operazione Rozzano? Domande al momento senza risposte chiare, che mal celano un rimpallo continuo tra i tre contendenti: Comune di Milano, Milan e Inter. Le malelingue vogliono addirittura che nell'immediato momento in cui l'Inter dovesse decidere di rimanere a San Siro, anche il Milan sarebbe pronto a fare altrettanto.
Non a caso, riportava Calcio&Finanza, all'atto di acquisto del 90% di SportLifeCity, i rossoneri si sono già messi al riparo, con una exit strategy messa nero su bianco qualora il progetto dello stadio non si dovesse concretizzare. E da qui si arriva all'ultima scelta: far vincere il business o il cuore. Il nuovo stadio avrà 70mila posti, due livelli di parcheggi per 3.500 posti, un albergo, ristorazione, uffici, uno store del Milan, un museo, una grande piazza e un auditorium. «È fondamentale per il futuro del club, per tornare con continuità nell'élite internazionale», ha spiegato l'ad rossonero Giorgio Furlani. Ma il vecchio Meazza può diventare esclusivamente nerazzurro? I tifosi rossoneri sono pronti a tornare a S.
Siro da ospiti? Un tempio che ha visto lacrime di gioia e di dolore, palcoscenico di attori in rossonero che hanno corso, sudato, emozionato e tante volte vinto. Insomma, anche uno stadio ha un'anima. E il popolo milanista lo sa. Se il calcio è un atto d'amore non ci sarebbe partita. Ma, forse, non è più tempo per questi calcoli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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