Di Milan in... peggio: dopo il pari, il tonfo. Con Fonseca il Diavolo non vince più

Parma, neopromosso, due volte in vantaggio, rossoneri lenti. Ibra smentito

Di Milan in... peggio: dopo il pari, il tonfo. Con Fonseca il Diavolo non vince più
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C'è una sola citazione doc (Gino Bartali) da riproporre per questo Milan sconclusionato sconfitto ieri, meritatamente, a Parma: è tutto sbagliato, è tutto da rifare. In difesa, nonostante quel pilastro di cemento armato di Pavlovic, continua a incassare gol che è un piacere per i suoi rivali. Specie se fanno girare palla da sinistra a destra come accaduto puntualmente in occasione dei due sigilli della squadra di Pecchia. La costruzione del gioco è lenta, macchinosa oltre che scontata e rischiosa. E infine la condizione fisica molto carente. Questo è lo scenario. Il risultato, striminzito, non spiega l'effettivo andamento velocissimo della sfida, con un ritmo indemoniato richiesto da Pecchia (in tribuna il suo maestro Rafa Benitez) e realizzato dai suoi. Il Parma, per dirla tutta, ha creato almeno 4-5 occasioni nel primo tempo e un paio nella ripresa prima di acciuffare il 2 a 1 con Cancellieri. Al Milan sono rimaste le pallide esibizioni di alcuni esponenti - da Calabria ma soprattutto Loftus Cheek inspiegabilmente lasciato in campo fino alla fine - e qualche spunto di Leao o di Reijnders: il portoghese ha consegnato a Pulisic la palletta dell'1 a 1, l'olandese ha scheggiato la traversa a inizio della ripresa ma si tratta come si può ben capire di isolate giocate dentro una partita colma di errori, marcature sbrindellate e una percentuale di passaggi sbagliati da categoria inferiore (Musah tra i più imprecisi).

Eppure i 5 cambi rispetto alla sfida di sabato scorso con il Toro non sono stati in grado di garantire freschezza ed efficacia. Le sostituzioni successive con i nuovi Emerson Royal e Fofana spediti nella mischia, con la squadra sbilanciata in avanti, invece di rammendare il gioco hanno solo provocato altri sbreghi fino a subire poi, dopo provvidenziali interventi di Pavlovic, il secondo gol. Prima di cominciare la frase di Ibra sembra quasi l'annuncio di una clamorosa contraddizione. «Abbiamo preso giocatori con carattere» la sua osservazione. Di carattere non c'è stata traccia. Ma troppi i buchi difensivi così da far sembrare la vecchia organizzazione di Pioli un bunker. Evidente che a questo punto, dopo 1 punto in 180 minuti, non si può non chiamare sul banco degli accusati Paulo Fonseca. Subire il primo gol del Parma, dal solito Man, dopo poco meno di 2 minuti è un altro orribile record da ascrivere sull'agenda di questo Milan che è già in crisi prim'ancora di cominciare la stagione. È vero: l'incipit di Fonseca, solitamente, è molto lento ma qui ha esagerato. E la sua difesa è un'accusa alla squadra: «Io non scappo, ma non pressiamo e non difendiamo come squadra e singoli. Così è impossibile vincere».

E con il viaggio prossimo a Roma con la Lazio e il derby dopo la sosta non c'è da sperare in una conversione improvvisa. Difendere così alti, dinanzi a una delle squadre più veloci, è come consegnare la testa al patibolo. E forse si intravede anche in questo dettaglio l'inadeguato piano tattico preparato dallo staff tecnico.

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