Il Milan vede Napoli e si specchia nei guai. Nervi tesi e infortuni. Campanelli d'allarme e Pioli "aspetta" Ibra

Per il popolo del web e per i critici del minuto dopo Stefano Pioli è ormai l'unico bersaglio

Il Milan vede Napoli e si specchia nei guai. Nervi tesi e infortuni. Campanelli d'allarme e Pioli "aspetta" Ibra
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Per il popolo del web e per i critici del minuto dopo Stefano Pioli è ormai l'unico bersaglio e il responsabile isolato del 2 a 2 di Napoli oltre che delle irritate reazioni di Leao e Giroud all'atto della sostituzione, dimenticando che in altre identiche circostanze (Conte con Lautaro Martinez) i commenti e le analisi furono di segno diverso. Eppure il Milan, classifica alla mano, dopo aver incontrato la meglio nobiltà del torneo, è rimasto a tre punti dalla capolista e nelle ultime cinque partite ha realizzato i suoi stessi punti. Fin qui la differenza è stata scavata dal derby. In discussione, tra gli altri argomenti, il più gettonato è quello dei cambi, in particolare chiudere la sfida con il trio d'attacco Romero, Jovic e Okafor. Su Giroud si può condividere l'osservazione: 9 su 10 allenatori di serie A lo avrebbero tenuto dentro. C'è però una diversa chiave di lettura: i due gol presi, oltre a denunciare la discutibile resa di Maignan, sono arrivati su errori individuali di due semi debuttanti, Pellegrino e Romero.

Ecco allora che la questione infortuni torna al centro del dibattito milanista. In un colpo solo, Pioli ha perso prima della partita Kjaer (avrebbe giocato al posto di Kalulu considerato a rischio), durante la partita lo stesso Kalulu (lesione retto femorale), quindi Pulisic all'intervallo (esclusi guai muscolari) e Pellegrino (frattura piede sinistro). Se a questo elenco si aggiungono i caduti di ottobre, Sportiello, Loftus Cheek, Krunic e Chukwueze allora la contabilità diventa allarmante. È su questo punto che bisogna invocare un cambio di rotta anche se, come ricordano a Milanello, le modalità dei ko sono molto diverse tra loro.

Poi c'è una questione interna che non bisogna sottovalutare e nemmeno nascondere sotto il tappeto. Se durante la settimana più complicata scandita dal calendario amico, tra Juve, Parigi e Napoli cioè, emergono crepe sulla parete dello spogliatoio, si può anche prendere per buono prima il chiarimento con Calabria e poi la successiva, educata spiegazione di Giroud o non vedere l'opera strepitosa di persuasione fatta da Florenzi con Leao davanti alla panchina, ma bisogna capire se c'è qualche mal di pancia da curare in modo diverso che con una semplice pacca sulla spalla. Anche le reazioni di Pioli sono spia di nervosismo. Forse a influire c'è la responsabilità del mercato e la gestione solitaria in assenza di Ibra oltre che Maldini. I due giorni di riposo stemperino le tensioni.

E qui il ritorno alla questione Ibra è inevitabile: lo svedese sta assaggiando per la prima volta l'ebrezza della libertà assoluta e sta interessandosi a diversi business così da rendere non immediata la risposta agli inviti di Cardinale, Scaroni e Furlani.

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