«Coerentemente a ciò che abbiamo sempre detto, a partire dal minuto zero, siamo pronti a qualsiasi forma di collaborazione e siamo quindi a disposizione dell'autorità giudiziaria qualora ritenesse opportuno ascoltarci di nuovo».
A parlare è Armando Simbari, difensore insieme a Luca Ferrari, del bianconero Fagioli, indagato - con Tonali e Zaniolo - per le scommesse sui siti illegali. Il riferimento è alle minacce e alle estorsioni di cui il calciatore ha parlato apertamente con la procura sportiva, ma non con quella ordinaria. «Aumentando il mio debito e ricevendo pesanti minacce fisiche (tipo: «Ti spezzo le gambe») anche durante la notte pensavo di giocare per recuperare il mio debito», diceva Fagioli alla procura della Figc a settembre. Diversamente ha fatto con la pm torinese Manuela Pedrotta e gli agenti della Squadra mobile guidata da Luigi Mitola, che pure lo hanno sentito tre mesi prima della Figc, cioè a giugno. «Non ci sono dichiarazioni in tal senso verbalizzate all'autorità giudiziaria», è stato riferito nell'ambito dell'inchiesta, né a Torino risultano denunce da parte di Fagioli sulle minacce e le estorsioni. I fari della procura - che indaga sul giro criminale di scommesse - potrebbero accendersi comunque (a prescindere dalle precisazioni dell'interessato) grazie all'analisi di telefoni e device del calciatore. Alla ricerca di messaggi minacciosi e per valutare se esistono episodi di estorsione, anche tentata, reato procedibile d'ufficio. E individuare eventuali profili di frode sportiva.
Sandro Tonali, schierato ieri dal Newcastle negli ultimi 20' e accolto dagli applausi, è atteso in procura sportiva la prossima settimana per il patteggiamento. A differenza di Fagioli il centrocampista azzurro non percepirà stipendio durante la squalifica.
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