Ortona. Sulla ciclabile dei Trabocchi, trabocca. Non lo si tiene, soprattutto non si risparmia. Remco Evenepoel è incontenibile, un condensato di forza e potenza, eleganza e fluidità che lascia di sasso. Che potesse vestirsi subito di rosa era prevedibile, ma non così. Non in questo modo. Non con questa facilità.
Un uomo solo sulla costa dei Trabocchi che trabocca, esonda e tracima da tutte le parti. Incontenibile l'esuberanza del 23enne bimbo belga che dimostra una volta di più non avere il braccino, ma il gambone. Non fa calcoli e si prende subito la maglia rosa dell'edizione numero 106 del Giro d'Italia. «Ho affrontato questa prova come se fosse un campionato del mondo ha spiegato l'iridato in rosa, che riporta la maglia in patria che mancava dai tempi di Rick Verbrugge, nel 2001 -. Ho lavorato tanto per prendere la maglia. È un modo perfetto per tornare al Giro», dice.
L'uomo che dava calci ad un pallone (ha giocato nella nazionale under16 del Belgio, ndr), prende a pugni tutti. Li gonfia per benino, li manda tutti all'angolo: dal primo all'ultimo. Da Primoz al SignorG. Da Roglic a Geraint Thomas. Il rivale numero uno del numero 1 lascia per strada la bellezza di 43: tanti per chi ambisce alla rosa di Roma. Basta dare una scorsa all'elenco dei distacchi: mezzo minuto a Almeida, una quarantina di secondi a Geoghegan Hart e Roglic, quasi un minuto a Thomas. Sarà anche solo l'inizio, ma il belga li suona davvero tutti a dovere. Spegne pure i sogni dell'Italia che pedala, che sognava la prima rosa: Ganna va forte, ma non abbastanza.
Non perde tempo Remco, il bimbo prodigio, l'uomo che sapeva dare calci ad un pallone e correre anche le maratone ha fretta di stupire e ci riesce benissimo. L'uomo che giocava nell'Anderlecht e adesso gioca con gli avversari per vincere al Giro d'Italia è incontenibile. Il belga è uno spettacolo degno del paesaggio: guadagna nel tratto in piano sul lungomare e mantiene il vantaggio in salita verso il centro di Ortona. «Non avevo altra strategia spiega il belga -, l'obiettivo era sostituire la maglia iridata con quella rosa: esserci riuscito mi rende felice e orgoglioso» (l'ultimo campione del mondo in rosa, Cadel Evans, nel 2010, ndr). E aggiunge: «Voglio far risparmiare energie alla mia squadra spiega Remco - mi godo il primato un paio di giorni poi dalla quarta tappa potrei lasciarlo ad altri», per la serie: la testa non è un optional.
Giro finito prima di cominciare? Calma, anche no: siamo al Giro d'Italia. Lo sa bene Remco Evenepoel, lo sanno anche Primoz Roglic e tutti gli altri che ieri sono stati suonati come zampogne.
Capitolo italiani da classifica: Damiano Caruso a un minuto e mezzo, Lorenzo Fortunato ad oltre tre minuti. Oggi seconda tappa: Teramo-San Salvo di 202 km. Spazio ai velocisti. Per noi ci sono Simone Consonni, Jonathan Milan e Alberto Dainese: almeno proviamoci.
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