Molestie, incidenti e razzismo. Se lo sport finisce in tribunale

Dal caso ginnastica ritmica allo choc Rebellin che riaccende il tema sicurezza stradale. Le denunce di Egonu e Traoré

Molestie, incidenti e razzismo. Se lo sport finisce in tribunale

L'anno scorso i trionfi alle Olimpiadi e all'Europeo di calcio avevano illuminato una prospettiva illusoria. Questo 2022 invece ha finito per scoperchiare una realtà diversa, a tratti anche triste e sgradevole, costellata da antichi vizietti che nemmeno la pandemia ha sradicato.

Il 2022 è stato l'anno in cui sono venute a galla le nefandezze perpetrate nel mondo della ginnastica ritmica ormai da diverso tempo. Almeno 194 presunti casi di abusi hanno coinvolto le palestre di 15 regioni italiane, con testimonianze arrivate da bambine e ragazze tra gli otto e i ventidue anni. Maltrattamenti, body shaming, privazioni alimentari, discriminazioni, percosse e allenamenti estenuanti da parte di alcuni coach della Federginnastica, a cui ha fatto seguito il commissariamento a Desio dell'Accademia Internazionale della ritmica dove si allenano le Farfalle e in passato la plurititolata Carlotta Ferlito («mi chiamavano maiale», ha raccontato di recente). Una vera e propria istituzione nazionale in un movimento forte di 150 mila iscritti e 500 mila praticanti, oltre che l'indagine sul ct Emanuela Maccarani.

In un Paese che vive respirando calcio ogni singolo giorno, il trauma del 24 marzo scorso rimane uno dei punti più bassi nella storia tricolore. Un bis tutt'altro che gradito dopo la fatal Svezia del 2017 a San Siro. La Macedonia del Nord vince 1-0 a Palermo e nega il Mondiale alla Nazionale di Mancini per la seconda volta di fila. Al prossimo torneo iridato, nel 2026, saranno passati 12 anni dall'ultima nostra partecipazione. L'altra notte destinata a restare scolpita è quella del 28 novembre per il terremoto in seno al Cda della Juventus, dimessosi in blocco a causa del coinvolgimento nell'indagine Prisma, aperta dalla Procura di Torino con l'accusa di falso in bilancio, e le contestazioni della Consob sui conti bianconeri. Per l'ennesima volta il nostro calcio finisce in tribunale, invischiato tra veleni e manovre poco limpide, su tutte quelle legate alle solite plusvalenze fittizie, che oltre alla Juve hanno coinvolto (secondo la Procura federale) altre otto squadre e più di 50 dirigenti. Il marcio si è spinto fino alla classe arbitrale, orfana da qualche giorno di Alfredo Trentalange, dimessosi da presidente dell'Aia in seguito allo scandalo di Rosario D'Onofrio, arrestato il 10 novembre per traffico internazionale di stupefacenti.

Un'altra piaga tipica del nostro Paese, quella della sicurezza stradale, lo scorso 30 novembre si è portato via Davide Rebellin, travolto e ucciso da un camion mentre era in sella alla sua bici a pochi giorni dal ritiro a 52 anni. Se nel 2021 sono stati oltre 200 i ciclisti morti sulle strade italiane, i numeri di quest'anno non saranno tanto diversi, a conferma che la strada per invertire la tendenza è ancora lunga tra una normativa scarna e una sensibilità verso chi pedala pressoché inesistente.

Nei giorni scorsi l'ennesimo gesto razzista denunciato dal giocatore di rugby Chérif Traoré. Torna così a galla un Paese che non perde l'occasione di regredire attraverso goliardate o insulti irripetibili, come quelli che hanno costretto la campionessa Paola Egonu a prendersi una pausa dalla Nazionale di volley lo scorso ottobre. Traoré durante il rituale del Secret Santa nel suo regalo ha trovato «una banana marcia in un sacchetto dell'umido» e si è sfogato senza mezzi termini sui social. Il suo compagno della Benetton Treviso - Ivan Nemer, argentino e naturalizzato italiano - è stato sospeso per tutta la durata delle indagini: servirà da lezione e soprattutto scongiurerà vicende simili? In più occasioni nel 2022 il peggio del peggio l'hanno partorito invece le frange del tifo organizzato, a prescindere dalla squadra, da una vittoria o da una sconfitta.

I tifosi costretti con le minacce a lasciare la curva nord dell'Inter dopo l'assassinio di Vittorio Boiocchi, lo striscione esposto a Verona con le coordinate di Napoli assieme alle bandiere di Russia e Ucraina, lo steward Amin Jebali insultato pesantemente durante una partita della Lazio. Non basterà certo voltare pagina sul calendario per cominciare un nuovo anno e lavare via il marcio.

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