L'Italia tutta è in lutto. Ieri lo stop alle partite di calcio, oggi l’autopsia. Si piange ancora Piermario Morosini, il centrocampista 25enne del Livorno morto sabato pomeriggio allo Stadio Adriatico. Sulle cause della morte, l’attenzione dei medici sarebbe concentrata sull’accertamento di difetti cardiaci come alterazioni strutturali dell’organo e su difetti genetici che coinvolgono la conduzione elettrica del cuore. Secondo la prima dichiarazione del medico legale, sarebbero esclusi aneurisma e infarto. Intanto domani intorno alle ore 14 il feretro dello sfortunato calciatore arriverà allo stadio Picchi di Livorno per ricevere il saluto di tutti gli sportivi amaranto. La camera ardente sarà predisposta, a partire dalla mattina Mercoledì 18 aprile, nella chiesa del quartiere Monterosso a Bergamo. Giovedì a Bergamo i funerali.
L’autopsia, disposta nel fascicolo aperto già sabato sera ed effettuata dal dottor Cristian D’Ovidio, è durata almeno otto ore. L'incarico è arrivato questa mattina, quando il medico è stato in procura per ricevere ufficialmente i quesiti posti dal magistrato. Sono infatti i quesiti del pm a chiarire la strategia successiva degli inquirenti. Sulla base della perizia il pm valuterà, infatti, se esistono gli estremi per un eventuale reato da iscrivere sul fascicolo. Per il momento non ci sono indagati. "La prima ipotesi di reato - fanno sapere dalla procura - è per omicidio colposo". Il tribunale di Pescara ha voluto affiancare un consulente tossicologo, la dottoressa Simona Martello, al medico legale D’Ovidio. "Abbiamo nominato anche un tossicologo - ha spiegato il procuratore - perché siamo nello sport".
Per il momento il fascicolo è stato aperto con la semplice dicitura degli "atti relativi alla morte di Piermario Morosini". Il nodo che, con buone probabilità, il magistrato vuole sciogliere è quello relativo ai soccorsi e alla polemica sulla macchina dei vigili che avrebbe bloccato per una manciata di minuti l’ambulanza fuori dallo stadio. La D’Agostino vuole sapere se il piccolo ritardo è stato fatale per Morosini e se i soccorsi in campo sarebbero stati sufficienti a salvarlo. "Con questa gogna mediatica - ha commentato il comandante della municipale di Pescara, Carlo Maggitti - si rischia di far male a due persone: una che purtroppo non c’è più e un’altra, quasi in stato di choc, a cui stiamo dando addosso". Il sindaco Luigi Albore Mascia, però, non usa mezzi termini: l’indagine interna sarà inflessibile e le sanzioni tutte quelle ipotizzabili. La situazione sembra, infatti, ancor più complicata. Maggitti sottolinea che, nell’area vietata, insieme al mezzo dei vigili "c’erano altre due auto di forze di polizia, tolte prima che arrivasse l’ambulanza". Ad ogni modo la Todeschini ha spiegato che dalle notizie raccolte dagli inquirenti "la rilevanza del fatto sembra inesistente". "Il fatto e i tempi interposti al momento non dicono nulla di più di quello che già sappiamo sia accaduto al povero Morosini - ha continuato - fermo restando che qualora indagine interna dei vigili urbani ci venisse consegnata con una serie di considerazioni, allora, anche noi la esamineremmo". nAd ogni modo, il vigile urbano si è autosospeso.
Durante una conferenza stampa il sindaco di Pescara ha annunciato che sono previsti un contraddittorio, con processo interno e una sanzione disciplinare. Il 7 maggio si riunirà appositamente la Commissione disciplinare del Comune: per il vigile si profila una sospensione dal lavoro da un minimo di undici giorni a un massimo di sei mesi.
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