Il grande giorno in casa Roma è arrivato con la presentazione ufficiale di José Mourinho che torna in Italia dopo 11 anni il suo addio all'Inter. Il nuovo allenatore giallorosso, come sempre, ha dimostrato grande dialettica e scioltezza alla sua prima da neo tecnico della squadra capitolina: "Prima di tutto devo ringraziare i tifosi perché la reazione al mio arrivo alla Roma è stata eccezionale. Ho avuto subito la sensazione di essere in debito, è stata un'accoglienza emozionante, mi ha colpito moltissimo. Ringrazio anche la fiducia del club e della proprietà".
L'ex allenatore dell'Inter si è poi alzato dalla sua postazione prima di rispondere alla prima domanda del giornalista per togliere un pannello che per via del vento stava dando fastidio. Il 57enne portoghese ha dunque continuato con una citazione: "Nulla viene da nulla e nulla ritorna nel nulla. Sono vicino alla statua di Marco Aurelio. Sono molto vicino alla filosofia e al progetto della proprietà. Non bisogna mai dimenticare il passato fantastico di questo club, ma voglio anche costruire il futuro. La proprietà non vuole successo oggi e problemi domani, ma una situazione sostenibile nel futuro con grande passione. E' tempo di lavorare col mio staff e con tutte le persone di Trigoria".
No turista
Mourinho ha poi spiegato di non essere arrivato a Roma per fare il turista ma perché crede nel progetto dei Friedkin: "Non ho scelto la Roma per la città. Non sono qui in vacanza. La città è incredibile e il legame con la città è ovvio. nel mondo si confonde la città col club e questa è una responsabilità che sento. Siamo qui per lavorare e fare bene. Pressione? Ho dovuto cambiare telefono già tre volte. Non so come, ma la stampa trova sempre il mio numero... Scherzi a parte è fantastico e incredibile. L'Italia ti manca quando non sei qui".
La stoccata a Conte
L'uomo venuto da Setubal ha poi riservato una stoccata ad Antonio Conte con cui in Inghilterra ebbe qualche alterco, poi risolto: "Ci sono allenatori nelle storie del club che tu non devi paragonare mai. Qui, per esempio, non paragonare nessun con Liedholm o Capello. Quando parli dell'Inter, nessuno può essere paragonato a me o Herrera", la frecciata nei confronti del tecnico leccese. Mou ha anche scherzato su CR7: "Se si deve preoccupare? Ronaldo non deve preoccuparsi, se giocassi difensore centrale forse, perché lo picchierei, ma sono troppo vecchio e scarso per poterlo fare".
Allusione all'Inter?
C'è qualcuno che poi potrebbe pensare che Mourinho abbia riservato una stoccata anche all'Inter per quanto concerne gli stipendi (dato che nei mesi passati il club nerazzurro ha affrontato qualche problema dal punto di vista del pagamento degli stipendi come d'altronde altri club): "Voi parlate di titoli e noi di tempo e di progetto, di lavoro. I titoli non sono parole, è troppo facile da dire. Poteva essere una promessa troppo facile, la realtà è altra: tu parli di titoli, noi di tempo, di lavoro, di progetto e migliorare. I titoli arriveranno. La società non vuole successo isolato, vuole arrivare lì e rimanere lì. E' più difficile questo. E' ancora più facile se tu vinci e non hai soldi per pagare gli stipendi. Vogliamo essere sempre sostenibili e siamo uniti in questo pensiero. Lavorare e arriverà", questo il pensiero dell'ex tecnico di United, Chelsea, Porto e Real Madrid.
Mourinho ha poi ammesso di essere cambiato nel corso degli anni: "Se gli anni non ci rendono dei professionisti migliori, vuol dire che qualcosa non sta andando nel verso giusto. Sono più maturo, ma il Dna è lo stesso. Sono quello che sono, nel bene enel mare. Sostanzialmente sono la stessa persona". L'ex allenatore del Tottenham ha anche dichiarato di non aver nulla di rispondere alle critiche: "Non ho nulla da rispondere. I miei ultimi tre club. Scudetto con Chelsea, tre coppe con lo United, una finale col Tottenham.
Quello che per me è un disastro qualcuno non l'ha mai fatto nella vita. E' così... è colpa mia". Chisuura su come vede la Roma tra tre anni: "La vedo che festeggia. Cosa? Qualcosa..."Segui già la pagina di sport de ilGiornale.it?
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