Carletto torna sul luogo del delitto. Stesso albergo dove quattro anni fa si consumò l'ultimo rapporto con Napoli. «Meglio separarci, lo faccio per il tuo bene» gli disse all'improvviso De Laurentiis a cena, erano sulla terrazza dell'ultimo piano del lussuoso hotel che affaccia sul lungomare. «Sei sicuro della tua decisione?» replicò Ancelotti, che non s'aspettava l'esonero. Aveva appena accompagnato gli azzurri agli ottavi di Champions e non c'entrava nemmeno il campionato, che non andava benissimo: il problema era lo spogliatoio, imploso dopo l'ammutinamento partito da Insigne e compagni. Non era un consiglio di saggi ma un nido di vipere.
Non c'era feeling tra la squadra e Ancelotti e così quando il club ordinò il ritiro anticipato, le acque si divisero: il tecnico e lo staff si presentarono a Castel Volturno, i giocatori a casa propria. Il presidente ripiegò su Gattuso, che vinse la coppa Italia ma fallì per due anni la Champions, poi arrivò Spalletti ed è storia conosciuta. Andato via da Napoli con la patente di bollito, stasera l'allenatore più vincente della storia, alla guida del mitico Real che ha fatto sue cinque delle ultime dieci edizioni della Champions, ritrova una città che ha amato e uno stadio che non è mai stato tutto dalla sua parte. Ci torna con gente del calibro di Kroos, Modric, Vinicius, Bellingham, e avrà tutte le ragioni di questo mondo per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, oltre che per ipotecare il passaggio del turno.
«Loro sono il Real Madrid ma noi siamo il Napoli: li abbiamo studiati, sappiamo cosa fare e cosa evitare, così come loro conosceranno i nostri pregi e difetti»: si confronta così Garcia, dopo le due vittorie di fila che hanno proiettato nuovamente il Napoli tra le prime quattro. Al suo fianco c'è capitàn Di Lorenzo, che sbuffa: «Basta fare paragoni con l'anno scorso, guardiamo avanti e a questa sfida che trasmette emozioni uniche». Ha ragione il difensore che ha ammaliato pure l'allenatore francese, dopo essere entrato nelle grazie di Spalletti: la squadra che ha vinto lo scudetto meglio metterla nel cassetto dei ricordi. Se questa sarà peggiore o migliore, lo dirà soltanto il campo. A cominciare da stasera. Perché è facile parlare di Napoli risorto dopo le due vittorie di fila e gli otto gol segnati, la verità è che il Real non è l'Udinese e nemmeno il Lecce.
«Siamo stati sempre la squadra con più possesso palla e con più tiri ma tra le ultime a centrare la porta: adesso la inquadriamo meglio e anziché pareggiare, siamo tornati a vincere. Prendete Kvara: si è liberato dopo il gol, è più libero e spensierato.
Volete sapere se ci siamo parlati e chiariti? Sciocchezze, io mi confronto spesso con un consiglio di saggi che è formato da alcuni big, parliamo di cose che vale la pena discutere. Semplicemente abbiamo chiacchierato su come affrontare una delle squadre più forti del mondo»: saggi, non vipere, fanno coraggio a Garcia nella serata più importante.
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