
Il mercato di chi fa il mercato non è un gioco di parole e nemmeno una novità. L'architetto della grande Inter, Italo Allodi passò alla Juventus alla fine della presidenza nerazzurra di Angelo Moratti e lo stesso Luciano Moggi avrebbe fatto il percorso inverso (contratto già firmato) se non fosse stato promosso da Umberto Agnelli nel cda bianconero. Il mercato dei direttori sportivi deve per logica cominciare prima di quello dei calciatori e il macchinoso casting del Milan di queste settimane ha curiosamente acceso i riflettori su figure abituate ad agire nell'ombra e delle quali proprio il Milan ha creduto di poter fare a meno, nell'estate 2023, tutta licenziamenti, algoritmi e moneyball. Due anni e due stagioni perse dopo, RedBird ha cambiato idea sull'utilità del ruolo e sta ora per chiudere l'accordo con Fabio Paratici, squalificato fino a luglio e sotto processo penale per vicende juventine, ma evidentemente considerato il profilo giusto per ricominciare.
Forse mai s'è parlato così tanto di ds, o direttori dell'area tecnica, quale che sia il sottopancia. Giuntoli a Torino, rimasto solo nel mare in tempesta. Sartori a Bologna, l'aggiusta-bilanci che non sbaglia un colpo. Anche D'Amico a Bergamo, più giovane ma non meno esperto, fondamentale nella costruzione dell'attuale Atalanta, col testimone rilevato proprio da Sartori, che degli spigoli del Gasp s'era stufato. E poi tanti altri, chi con squadra e chi senza, come Igli Tare, che ha perso la corsa per il Milan e resta in attesa che qualcuno si ricordi di quanto di buono ha fatto per 15 anni alla Lazio, dove Lotito l'ha sostituito con Angelo Fabiani, uno della vecchia guardia, in passato molto vicino a Moggi da dirigente del Messina, altra epoca, con deriva giudiziaria e una lunga squalifica alle spalle. Baroni l'ha voluto lui, e non solo. Anche De Laurentiis, dopo lo scudetto e l'addio di Giuntoli, pensava che del diesse si potesse fare a meno, salvo poi perdere tutto, finire 10° e la scorsa estate affidarsi a Giovanni Manna, il più giovane di tutti, cresciuto alla Juventus e magari un giorno anche di ritorno, a Torino. Giorni caldi per Giuntoli, sua la scelta di Motta, suoi i mercati di Alcaraz, Koopmeiners e Douglas Luiz e da ultimo quello di Kelly e Alberto Costa, 30 milioni di extra budget. Nonostante altri 3 anni di contratto con ingaggio da calciatore, anzi proprio per questo, se la Juventus non va in Champions, c'è da credere che qualcuno, in alto, chiederà spiegazioni proprio a lui.
Nella Roma c'è un altro giovane, un francese, Ghisolfi, ma l'allenatore prossimo venturo lo sceglie Ranieri, anzi no, ora Ranieri spiega che lui suggerisce solo, ma ai Friedkin, quindi cosa faccia Ghisolfi non è nemmeno chiaro e nemmeno chiaro per quanto tempo ancora. All'Inter c'è un ds, Piero Ausilio, che sta nel club da quasi 30 anni e l'ha attraversato tutto, con 4 proprietà e 5 presidenti.
Con Marotta c'è divisione di ruoli e buona intesa, coltivata nelle vittorie. A Verona c'è un ex ragazzo, Sean Sogliano, che Barbara Berlusconi voleva portare al Milan già nel 2013. Lui nel frattempo ha girato l'Italia ed è tornato all'Hellas. Non ha sponsor, ma è molto bravo.
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