Ci pensa il solito capitàno a scacciare i fantasmi sotto forma di un avversario modesto ma che pure qualche grattacapo l'ha creato. È stato il solito Napoli in terra portoghese, con le solite cose buone fatte vedere in attacco e le immancabili amnesie in fase difensiva che sono costati già punti preziosi in campionato. Alcuni elementi non sono in soddisfacente condizione, Anguissa ad esempio, primo frangiflutti del centrocampo: da suoi errori ed errati posizionamenti sono nate le accelerazioni dei padroni di casa che hanno messo a nudo qualche limite dalle partiti di Meret, che un paio di volte se l'è cavata egregiamente. Ecco cosa non va oggi nel Napoli: la fase difensiva è da registrare, in attesa del debutto di Natan, oggetto misterioso, e adesso anche del recupero di Rrahmani, di solito punto fermo, ieri costretto ad uscire dal campo dopo appena 13 minuti.
E poi ci sono le cose buone, anzi egregie. Se non avesse sprecato la solita razione di chance, il Napoli sarebbe andato all'intervallo sul doppio o triplo vantaggio. Palo e traversa di Osimhen, un rigore prima concesso e poi negato e tre parate decisive di Matheus, prima della zampata di Di Lorenzo: un destro potente e preciso, non di facile esecuzione, anche questo sulla traversa prima di finire in rete. Tante buone iniziative condite da un immancabile cruccio: troppe occasioni sprecate, pagate a inizio ripresa quando il Braga ha alzato il ritmo e gli azzurri hanno incontrato difficoltà nel tamponare e nel ripartire.
Colpa di errori tecnici, non da Napoli, o comunque una novità rispetto al palleggio preciso che aveva contraddistinto la cavalcata della passata stagione. Troppo campo concesso e questa volta la frazione sbagliata è la seconda, non la prima: Garcia non difende alto, si porta il nemico in casa, concedendogli il palleggio e anche qualche occasione pericolosa. Così, non meraviglia più di tanto il pareggio dei portoghesi con Bruma, dimenticato colpevolmente da Ostigard a centro area.
Una beffa, se non fosse per Niakatè che subito dopo il pareggio smorza l'entusiasmo dei suoi, infilando il proprio portiere con la più classica delle autoreti. Pizzi prende il palo nel recupero e grazia Garcia che vince ma deve lavorare ancora tanto.
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