Napoli, dal fallimento alla Coppa Italia

Grande festa di popolo e qualche addio. Lacrime di Lavezzi, i dubbi di Cavani Mazzarri: "La squadra merita un 10"

Napoli, dal fallimento alla Coppa Italia

La lunga notte del trionfo è già alle spalle, anche se ora spopolerà la Pizza Coppa Italia. L’abbraccio di Napoli, che fino all’alba ha festeggiato un successo atteso 22 anni(allora era la Supercoppa), lascia spazio al futuro prossimo. Si parla di alba di un ciclo, quello di De Laurentiis che prese il club dalle macerie del fallimento. Un presidente sui generis, tanto ambizioso quanto attento alle dinamiche del bilancio e della gestione: meglio una crescita costante nel tempo che un exploit senza fondamenta. Un presidente che ha cancellato il passato: «Prima di me niente», il concetto espresso ad ogni domanda in merito.

E domenica sera è arrivato il primo trofeo degli 8 anni del produttore cinematografico, la Coppa Italia strappata alla Juve fino a quel punto imbattuta in stagione. Il miglior ciak battuto da De Laurentiis sul set del campo. È stata la vittoria del trio dei tenori, destinato a scindersi a breve, della squadra e del lavoro di Mazzarri. Abbandonatosi anche lui alla gioia, tanto da baciare Lavezzi sul prato dell’Olimpico e gli altri lontano dall’occhio indiscreto delle telecamere.

Le lacrime di Lavezzi, prossimo all’addio, la corsa di Cavani che cercava di sfuggire al calore opprimente dei tifosi riversatisi sul campo, la cresta tagliata di Hamsik («colpa di Cannavaro e Maggio, ma dovevo mantenere la promessa», così lo slovacco) sono gli scatti da ricordare della notte magica di Roma. Hamsik, che ha appena rinnovato il contratto con gli azzurri, è l’unico sicuro di restare. Il Pocho invece difficilmente resisterà alle sirene che ora suonano forti dal Psg. La sua commozione era sincera e i tifosi lo hanno a lungo invocato nella notte di festa, facendo leva sui sentimenti: «Non te ne andare, Napoli ti ama, a Parigi non c’è il mare», l’appello dei supporter partenopei. «Con Lavezzi abbiamo vissuto 5 anni magnifici», il messaggio di De Laurentiis che in pratica annuncia il divorzio. Un segnale si era già avuto domenica sera all’Olimpico quando il patron aveva applaudito l’uscita dal terreno di gioco di Hamsik ma non quella dell’argentino. Altro discorso riguarda Cavani: il Matador ha bissato la stagione precedente (33 reti) ed è blindato fino al 2015. Una sconfitta a Roma avrebbe accresciuto i dubbi su un suo futuro a Napoli, il successo cambia lo scenario. In Inghilterra sperano ancora.

E a breve Mazzarri si metterà al tavolo con De Laurentiis. Il tecnico, che ha ancora un anno di contratto, non ha manifestato i mal di pancia dell’estate scorsa, ma non è così sicuro di continuare l’avventura. La Lazio ci sta facendo un pensierino: sarebbe pronta un’offerta da un milione e mezzo a stagione, molto inferiore però ai 2,2 che il tecnico toscano percepisce attualmente dal club azzurro. Lui per ora pensa al bilancio della stagione: «Meritiamo un 10 per il valore e per quello che i ragazzi hanno dato ogni giorno in allenamento. Con loro ho avuto un rapporto pazzesco e bellissimo, non è facile trovare un gruppo così. Non ho dormito per niente la scorsa notte, ma ne è valsa la pena, mi sono emozionato quando ho visto tutta la gente che ci aspettava a Napoli».

Il futuro è subito dietro l’angolo. Normale che si parli dei giovani azzurri che hanno fatto scintille altrove. Facile pensare a Lorenzo Insigne, che ha contribuito alla promozione del Pescara. «È forte, ma deve giocare», così De Laurentiis. Il patron avrebbe voluto riportarlo a casa, Bigon e Mazzarri lo hanno convinto che non sia il caso di addossare al giovane bomber l'eredità di Lavezzi.

Sarà rinnovato il prestito e il Napoli punterà ad acquistare definitivamente Pandev - il macedone ha ostentato un napoletano perfetto cantando «O’ surdato ’nnamurato» - poi c’è l’opzione Rossi (ma solo per il prossimo inverno) e prende corpo il nome di Pazzini. Senza dimenticare che in casa c’è Vargas, patrimonio del club (pagato 11 milioni) che De Laurentiis non vuole svalutare. Scenario che potrebbe cambiare se Mazzarri saluterà la compagnia.

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