Fuga quasi decisiva o riapertura del campionato? Di sicuro la supersfida del Maradona - che è anche l'ultima di Andrea Agnelli alla guida del club bianconero - è un'occasione da non sprecare sia per il Napoli che per la Juventus. E non solo perché siamo già al giro di boa del campionato.
Già nella passata stagione, a questo punto del torneo, gli azzurri avevano un ampio margine sui bianconeri (+8 contro il +7 del torneo in corso), ma allora Spalletti inseguiva Inter e Milan lanciate verso il duello scudetto deciso a favore dei rossoneri negli ultimi 90 minuti. Stavolta sono i partenopei a comandare e far crescere ancora il divario sulla truppa di Allegri sarebbe come porre una pietra tombale sul campionato. Il tecnico juventino, dal canto suo, deve cercare il colpo a Fuorigrotta per non rendere inutile quel filotto di otto vittorie (e altrettanti clean sheet) di fila che l'ha riportato a rivedere la luce tra infortuni e ribaltoni societari. Anche se poi la striscia positiva di risultati ha permesso di recuperare solo tre punti ai partenopei.
La suggestione in casa Napoli è quel gol su punizione di Diego nel novembre 1985 che stoppò la Signora proprio dopo otto successi consecutivi. Altri tempi, all'epoca la Juve era la squadra da battere e non mollò di fatto mai la presa. Fra i bianconeri si ricorda invece l'unico precedente giocato di venerdì: era il 1° dicembre 2017 e il gol dell'ex Higuain, fischiato da tutto il San Paolo, riportò la squadra di Allegri da -4 a -1 su quella di Sarri. Fu la prima svolta del torneo, nonostante il vantaggio rimase tale fino al marzo successivo quando arrivò il sorpasso per il ko interno degli azzurri con la Roma. L'harakiri di Firenze a fine aprile sancì poi la resa partenopea.
Sfida nella sfida quella fra Spalletti e Allegri, più nemici che amici da 16 mesi a questa parte dopo l'ultimo Napoli-Juve quando a fine partita litigarono per questioni arbitrali. Si confrontano da almeno tre lustri, bilancio quasi in parità (5 vittorie a 4 per il livornese e 6 pareggi). Il tecnico bianconero la butta sull'ironia («Luciano è talmente divertente che ogni tanto litighiamo. Affrontarlo è sempre una bella sfida. Io invece faccio questo mestiere per sbaglio, dovrei fare un'altra cosa...») e tiene come al solito il profilo basso, provando a spostare la pressione sugli avversari: «Non è un crash test, partita non decisiva ma molto importante, per loro - favoriti perché sono la squadra più forte del campionato - più che per noi». Il collega del Napoli «smaschera» il bluff e attacca: «Capisco che per Max sia conveniente camuffarsi da comprimario, è inutile però mettere il cappello e la barba. Per la Juve certi investimenti si ripagano se vinci in Italia e in Champions.
Io il migliore? Contano i risultati e lui ha vinto di più, non c'è confronto».Nelle ultime tre sfide a Fuorigrotta, altrettanti successi del Napoli in gare sempre tirate. Stasera le rivali, già con la testa al derby di Supercoppa in Arabia, osserveranno con interesse...
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