Milano. Sono d'accordo quasi su tutto, Spalletti e Pioli, tranne che sul risultato finale. A poche ore dall'inizio della loro maratona tra campionato e Champions, si presentano più come sodali, consapevoli l'uno della forza dell'altro, che come rivali temuti nonostante le distanze chilometriche in classifica da un lato e l'incognita della sfida europea dall'altra. Detta Pioli ai cronisti di Milanello: «Lo scorso torneo, a due mesi dal traguardo, nessuno ci dava per favoriti. In pochi oggi scommettono sul nostro superamento del turno in Champions e sull'arrivo tra i primi quattro in campionato». Gli risponde Spalletti da Castelvolturno: «Tutti questi sventolamenti possono illudere». Riferimento esplicito al clima di festa anticipata che si coglie tra i vicoli e nei quartieri della città destinata allo scudetto ormai vinto, anzi stravinto. Sono i due messaggi cifrati lanciati ai rispettivi gruppi. Il milanista stuzzica l'orgoglio dei suoi campioni d'Italia abituati da una vita a lottare contro vento e contro i pronostici, il tosco-napoletano mette in guardia i suoi futuri campioni dall'entusiasmo dilagante che può far perdere la bussola.
Quasi a braccetto i due tecnici concordano sulla diversità delle prossime tre sfide tra campionato e coppa dei campioni («In Europa conteranno altri fattori» spiegano) e sull'assenza di Osimhen (dice il milanista: «Hanno già vinto 7 di fila senza di lui»; replica il napoletano: «Verissimo, l'assenza pesa ma noi si può sostituire chiunque»), persino sui danni provocati dalla sosta (il bomber del torneo da una parte, Ibra e Kalulu dall'altra) non fanno molte storie perché le perdite sono state limitate e perché soprattutto con aprile comincia lo sprint decisivo della stagione, due mesi di full immersion, 10 appuntamenti di campionato più 2 di Champions garantiti.
E se il Napoli può anche permettersi qualche distrazione perché il distacco dagli inseguitori e in particolare dal Milan glielo consente, è qui che il Milan deve rimediare ai due mesi disastrosi del 2023. «I miei non hanno dimenticato come si gioca» sostiene Pioli che sa di giocarsi parte del credito accumulato e della credibilità conquistata presso un pezzo di tifoseria. Dev'essere anche per questo motivo la decisione di tornare allo schieramento che portò in casa Milan il secondo posto e lo scudetto nello spazio di due anni di fila col recupero di Calabria e l'utilizzo di Krunic quale aiuto al centrocampo a due. «C'è ancora da sudare per la storia» gli fa eco Spalletti da Napoli dove si configura all'orizzonte una sola ombra sulla domenica di festa. Le due curve hanno annunciato di partecipare in silenzio quale segnale di protesta per il costo dei biglietti in Champions: 90 euro per le curve in effetti sono un record.
A dire il vero il caro biglietti riguarderebbe anche San Siro ma i milanisti - al pari degli interisti - da mesi hanno riempito lo stadio con una media di 70 mila pur dinanzi a prezzi da capogiro portando nelle casse di Cardinale oltre 9 milioni d'incasso per l'ottavo con il Tottenham.
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