Prova generale o esame di maturità non cambia la sostanza delle cose: il Napoli pare guarito. Non lascia altri punti contro le piccole (erano 20 fino a ieri) e questa volta inguaia il Brescia, che voleva dare un colpo di coda alla classifica e accorciare la distanza con la terzultima. Gli ottimisti avevano catalogato la sfida di ieri come l'anticamera del match-clou contro il Barcellona, per Gattuso invece era giustamente il vero esame di campionato: chiedeva continuità e maturità dopo i progressi delle ultime settimane, ha ritrovato compattezza e concentrazione.
Eppure il primo tempo è stato balbettante: dominio nel possesso palla ma è un possesso fatto di sterile dominio a centrocampo, incapacità nell'imporre gioco e ritmo agli avversari, una fatica immane nel concludere a rete e quel vizio capitale di beccare gol al primo tiro subito. Così, tra qualche guizzo di Mertens e infiniti passaggi all'indietro, su un calcio d'angolo è sbucato il capoccione del venezuelano Chancellor a punire la solita, inguardabile, difesa a zona. Schermato Demme, poche incursioni dalle fasce: al Napoli non è riuscita alcuna giocata per scavalcare la doppia linea difensiva del Brescia.
Ripresa vivace, quasi frenetica: uno-due azzurro con il rigore di Insigne (regalato da Mateju) e la perla di Fabian Ruiz, situazione ideale per tenere
finalmente in soggezione gli avversari. Non dovendosi più difendere il Brescia le ha provate tutte, più grinta che tecnica e una sola chance sprecata da Balotelli: troppo poco per impensierire l'imbottita difesa azzurra.
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