Se è vero che nessuno ha mai vinto uno scudetto a gennaio («anche un grande comunicatore può sbagliare...», la replica di Spalletti sull'«incoronazione» ricevuta da Mourinho alla vigilia), è altrettanto vero che il vuoto creato in classifica dal Napoli non sembra lasciare molte speranze alle avversarie. Incostanti nel rendimento tanto da rendere molto difficile un recupero da qui a giugno.
Nel giorno della caduta di molte grandi (solo l'Inter vincente e l'unica ad aver fermato il Napoli in stagione è ora la più vicina agli azzurri, ma a -13), anche i partenopei rischiavano di adeguarsi all'andamento lento. Merito di una Roma che al «Maradona», pur senza tifosi al seguito e con uno Zaniolo separato in casa da sistemare nelle ultime ore di mercato, ha provato a prendersi almeno un punto con una prestazione sicuramente positiva considerando le difficoltà dell'avversario.
Una notte complicata per il Napoli che di fronte aveva un avversario in forma e reduce da un buon inizio di 2023, ma Spalletti ha dimostrato ancora una volta di avere le armi - leggi rosa profonda - per uscire alla grande anche dalle gare più difficili. Così, le firme del successo sono quelle del solito Osimhen (già 14 gol come nella passata stagione ma con sole 16 gare giocate) e di chi è entrato nel momento più complicato per gli azzurri, il Simeone più che dodicesimo uomo con i suoi centri che arrivano, numerosi e decisivi, dalla panchina. Come all'andata, la Roma si è rivelata un osso duro per gli azzurri, che hanno regalato qualche fiammata ma ha peccato di frenesia e spesso ha lasciato campo agli avversari, pericolosi in più di un'occasione. Ma alla fine la forza di un gruppo tenace e di qualità, arrivato a 70 reti stagionali, ha fatto la differenza.
Victor Osimhen, come accadde all'Olimpico, rompe l'equilibrio dopo 17 minuti con un gol che è un misto di potenza e coordinazione: sul cross di Kvaratshkelia (ottavo assist, sarà l'unica giocata di qualità in una gara non eccelsa per il georgiano) stoppa il pallone di petto, lo addomestica di coscia e lo spedisce in porta in maniera potente. Poi tanta Roma rimasta sempre attaccata alla sfida: un paio di interventi di Meret, poi quel pari di El Shaarawy sullo svarione difensivo di Lozano che poco prima si era visto negare il 2-0 dal reattivo Rui Patricio. E sui titoli di coda della gara, il gol di Simeone che impiega dieci minuti a mettere il suo sigillo e che ricorda quello decisivo in casa del Milan. Rendendo magica un'altra notte del «Maradona», che per l'ottava volta di fila festeggia una vittoria, la 17ª della stagione.
Alla faccia della scaramanzia, che da queste parti regna sovrana, forse la più importante della stagione perchè consegna a Osimhen e compagni la consapevolezza di poter superare anche le difficoltà.Lo scudetto non si vince certo a gennaio, ma le basi dell'impresa Spalletti le sta già ponendo. Nessuno aveva mai avuto un vantaggio tale dopo 20 giornate, difficile sprecare un'occasione così ghiotta.
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