
Il febbraio nerissimo (tre pareggi e un ko) certifica la crisi: il Napoli è scoppiato. Nel fisico e nella testa, questo racconta la sconfitta di Como, seconda brutta figura e secondo stop in trasferta sei mesi dopo Verona. Inevitabile il passaggio di consegne con l'Inter in vetta alla classifica alla vigilia della partita più importante della stagione: gli azzurri sono scesi in campo senza fame nella ripresa, palesando limiti che vanno avanti da un mese. Le gambe non girano, la testa peggio: mai tanti errori in una stessa partita, numeri da circo per dirla alla Conceiçao inaugurati dalla goffa autorete di Rrahmani e proseguiti con un'infinità di passaggi sbagliati, scelte rischiose e povere di contenuti.
Conte finisce alle spalle dell'Inter dopo ventitré giornate, lo ha fatto precipitare il suo ex calciatore Fabregas, che ha vinto il duello in panchina: nel secondo tempo, sull'uno a uno, ha tolto un centrocampista e messo un attaccante, quattro punte per vincere mentre il Napoli richiamava in panchina un inesistente Lukaku. Ma è stata la voglia di vincere che ha fatto la differenza, come ha sottolineato impietosamente Conte a fine gara: «Nella ripresa è scesa in campo un'altra squadra, abbiamo lasciato i buoni propositi negli spogliatoi e adesso devo analizzare perché: in un percorso di crescita come il nostro, ci sono degli step, anche mentali, da raggiungere che noi non abbiamo ancora conquistato. E non so se li conquisteremo».
Discorso di mentalità e di maturità ma c'è dell'altro: il Como sta facendo la differenza con i nuovi acquisti, mentre il Napoli da gennaio s'è indebolito avendo perso il calciatore di maggior talento senza un degno sostituto. «Più sei in cima e più il vento tira forte» ha bisbigliato Conte lasciando intuire che forse il suo gruppo avverte troppo la tensione e chissà se riuscirà a trasformare questa delusione in rabbia. «Siamo il Napoli, il meno uno non ci deve spaventare» ha tuonato De Laurentiis, messaggio di circostanza perché lui per primo sa che la squadra rischia di deragliare. Partenopei in versione dottor Jekyll nel primo tempo, capaci di dominare il gioco e di pareggiare con Raspadori dopo la sciocchezza di Rrahmani.
Nella ripresa subentra Mr. Hyde, giocatori e allenatore subiscono le giocate di Nico Paz e le scelte vincenti di Fabregas premiate dalla solita prodezza di Diao: adesso è l'Inter che si giocherà da favorita il big-match tricolore.
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