In campo c'era anche Maradona. Figurarsi se poteva mancare quando si tratta di divertirsi con il pallone e vedere il Napoli, solitario, in testa alla classifica. Ieri gran giocare quello del Napoli, nemmeno avesse ipnotizzato la Lazio. E, a ricamare i gol, un fantastico interprete belga, maradoniano nel piede, salutato dallo stadio con standing ovation. D'accordo il nome dello stadio, ed anche la statua inaugurata in nome del D10S sotto uno sfavillio di luci da stadio e una pioggia che faceva cornice a quel pizzico di nostalgia. No, tutto questo non sarebbe bastato per divertire Maradona. E nemmeno la sua faccia sulle maglie del Napoli. Ci voleva un Pibe sotto mentite spoglie. E chi poteva nascondere cuore, anima, tecnica se non quel piccoletto belga che ci ha messo il piede, l'inventiva, la bellezza estetica. Maradoniano e non solo. Dries Mertens ha regalato un grande omaggio al ricordo del 10 che incantò il mondo. Primo gol al minuto 10, guarda caso, il secondo appena prima della mezzora. In 30 minuti il Napoli ha officiato messa calcistica, con la Lazio a guardare o quasi. Poi si è accontentato di recitare un rosario di buone intenzioni.
La squadra di Spalletti ha realmente vinto la partita in 10 minuti: due gol e di mezzo sempre il piede del numero 14 (che poi era il numero illustrato da Cruyff) che se la giocava nella posizione del falso nove, ma con le magie del diez. La Lazio ha assistito come un bravo chierichetto, perfino imbambolato, che porta il vassoio all'officiante: mollacciona in difesa, poco reattiva a centrocampo. In mezzora si è fatta soffocare sotto pioggia battente divenuta grandine e sotto quella pallonara che è stata grandine fin dall'inizio. Lozano (minuto 6) affonda sulla destra per concedere palla a Mertens che penetra e mette scompiglio in area prima di far arrivare palla a Zielinski, un altro che ha lucidato la bontà calcistica: fulmineo il destro da pistolero a smontare la difesa di Reina. Tre minuti dopo Insigne ripropone l'idea da sinistra, e stavolta Mertens fa sbarrare gli occhi mettendo a terra la difesa avversaria (Patric e Acerbi) con dribbling e contro dribbling prima di calciare: bellezza per gli occhi. Non sembrava nemmeno che la Lazio fosse una squadra messa a punto dalla mano di Sarri.
Invece il Napoli ha giocato come se le sue assenze, pesanti, avessero spinto gli altri al si può dare di più, che non fa mai male. Ed, infatti, dopo aver rischiato sudori per un colpo di testa di Acerbi, finito sulla traversa, e per le incursioni di Immobile e Luis Felipe, ecco l'altra maradonata di Mertens: fantastico destro a giro da fuori, a ricordare la qualità nel calcio da fuori area e forse per riscattare il gol mangiato, nel finale contro l'Inter, che poteva evitare una sconfitta.
Era dal 2017 che la Lazio non perdeva due partite di fila in campionato, ma stavolta si è trovata davanti ad una macchina da guerra che l'ha annichilita con gol e palleggio di gran qualità. Infine il gol del poker di Fabian Ruiz ha sigillato il 30°gol del Napoli in campionato: niente male.
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