Adesso che il Milan è lui, nella buona e nella cattiva sorte, (proprietà, presidenza, dirigenza, persino la squadra è meno milanista a denominazione d’origine controllata di lui), fa sorridere rileggere il suo Decalogo del Vero Milanista, come lo elaborò nella sua biografia di dieci anni fa e che lo scolpisce nel carattere fin dal titolo: «Se uno nasce quadrato non muore tondo» e che Diego Abatantuono, nella controcopertina, definì con la sua solita ironia «un’opera fondamentale della letteratura calabrese».
Lì c’era la storia, il carattere, l’umorismo di Gennaro Gattuso quando andava in campo, ma per giocare, quando era uno dei pochissimi che poteva vantarsi di essere contemporaneamente campione del mondo sia con la propria Nazionale che con la propria squadra di club.
Ecco allora il Gattuso pensiero di dieci anni fa. Qualcosa, a naso, vale ancora adesso che siede in panchina...
1 Non parlare mai di quadri con Ariedo Braida
2 Non discutere mai i dati di Milan Lab
3 Non regalare una cravatta che non sia gialla a Galliani
4 Non dire mai a Berlusconi che giocheremo senza punte
5 Non nominare mai il nome dei cugini, se proprio sei costretto chiamali «quelli là»
6 Non chiedere mai di poter indossare la maglia numero 6
7 Perdona Ronaldo, Seedorf, Pirlo, Simic, Favalli e Brocchi per essersi macchiati di nerazzurre in passato: del resto un peccato di gioventù è concesso a tutti
8 Dudek? E chi è? Liverpool, la città dei Beatles. Istanbul la capitale della Turchia
9 Non dire mai che ti piacciono i tortellini emiliani. Ancelotti ti spedirebbe in tribuna per tre mesi di fila
10 Se
qualcuno ti ricorda il passato in serie B del Milan, tu chiedigli di poter ammirare le sue coppe dei campioni in pregiato legno massello... però sulle due punte niente da dire.E «quelli la» sono già fuori dalla Coppa Italia
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