Nel futuro azzurro non c’è posto per i «tedeschi»

Salvi solo Toni, Gilardino e Inzaghi: almeno fino ai prossimi «europei»

Franco Ordine

Da domani è un altro giorno per Donadoni e per il club Italia. E non solo per una banale questione di date. Il lungo riposo della Nazionale infatti può durare, senza scossoni, fino all’appuntamento decisivo di fine marzo, tempo fissato per la fondamentale sfida con la Scozia. Quattro mesi e mezzo a disposizione del ct e dei suoi eroi servono a ricaricare le batterie e a preparare lo scatto decisivo che deve portare l’Italia campione del mondo fuori dal prossimo europeo oppure dentro i confini di Svizzera e Austria, la sede già prescelta per il torneo del 2008. Nessuno può appisolarsi, perciò. In particolare Roberto Donadoni che ha già un taccuino colmo di segnalazioni e di appuntamenti. I primi, in ordine di importanza, riguardano la questione spinosa Totti e Nesta. Ieri mattina il ct, letti i giornali romani, ha affidato al suo portavoce Valentini, un aggiornamento sulle intese raggiunte con il romanista e il milanista. Con Nesta si è sentito al telefono, nessuna decisione ufficiale è stata comunicata, segno che il rapporto può proseguire. Con Totti, il problema è sempre lo stesso e riguarda il corto circuito che si registra puntualmente nel passaggio delle notizie dall’ambiente vicino a Francesco ai giornali. «Quando parliamo noi due, non c’è alcuna incomprensione» è la frase ripetuta nell’occasione da Donadoni.
Risolte le due grane, c’è tempo per dedicarsi alla coltivazione dei prossimi talenti del calcio italiano. Alla base del piano c’è un ottimo feeling con il nuovo responsabile dell’under 21 Pierluigi Casiraghi e il suo assistente Gianfranco Zola. Lo scambio di informazioni e di aggiornamenti sui componenti del serbatoio azzurro sono diventati una felice abitudine, mai avvenuta nella passata stagione. Bene, Aquilani, utilizzato ieri sera contro la Turchia, è il primo della lista. Altri ne seguiranno. Perché nel taccuino del ct, silenzioso ma determinatissimo, esiste anche il progetto di ringiovanire la squadra fino a renderla più sbarazzina e coraggiosa anche nell’atteggiamento tattico, non solo nel dato anagrafico. Zaccardo e Barzagli sono i due puntelli di cemento armato che serviranno per rinfrescare la difesa e renderla meno esposta agli attacchi dei rivali. I due, col Palermo, stanno guadagnando maturità ed esperienza: possono bruciare le tappe secondo Guidolin e il giudizio viene condiviso anche da esponenti meno coinvolti, per esempio Arrigo Sacchi.
A Firenze punta Donadoni e sulla Fiorentina conta molto il tecnico di origine bergamasca attirato dal lancio che Prandelli sta calibrando relativamente a Montolivo, giocatore alla Pirlo, trasformato in centrocampista d’altri tempi: potrebbe essere lui l’alternativa al milanista che continua ad accusare stanchezza e stress dopo la stagione del mondiale. Quinto nome dell’elenco specialissimo è Rossi, giovane talento cresciuto ed allevato dal Parma e poi finito, per i soliti misteriosi canali, nel Manchester. Demetrio Albertini, un tempo vice di Guido Rossi in federcalcio, fu il primo a segnalarlo e a giudicarlo idoneo a raccogliere molte promesse trasformandole in esibizioni convincenti. L’under 21 è il suo attuale liceo ma da qui a marzo se Rossi dovesse trovare posto anche nel calcio inglese, per lui si potrebbero aprire nuovi orizzonti. E a quel punto le altre ricerche si potrebbero concentrare sul fronte dell’attacco.
In circolazione non esiste una convincente alternativa ad Alberto Gilardino per il ruolo di centravanti.

A Palermo, Caracciolo, arruolato una sola volta (siamo a quota 51 nell’era Donadoni), è chiuso da Amauri, non trova spazio e non può accontentarsi della coppa Uefa. Se a gennaio dovesse chiedere di emigrare, allora potrebbe tornare in corsa anche per l’azzurro che naturalmente, in vista della qualificazione, non può prescindere né da Toni né da Inzaghi.

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