La Ferrari è viva. Ed è pure sulla via del ritorno. Un podio, anche se il numero 800 della storia, non basta a rendere felici, ma in una stagione come questa è un'oasi di acqua dolce in mezzo al deserto. Dà la forza per continuare la traversata. Conferma che la bussola ha indicato la strada giusta per arrivare, chissà quando, a battere pure l'imbattibile Verstappen alla 42esima vittoria in carriera, la settima sulle nove gare di quest'anno.
Con il podio e il sorriso, la Ferrari ha ritrovato anche la parola del presidente Elkann, presentatosi in Austria con una maglietta che deve aver preso dall'armadio di suo fratello Lapo. Non è felice come a Le Mans, ma può giustamente essere contento dei progressi visti in pista e punzecchia quando parla di «una squadra che va nella stessa direzione». Ce l'aveva con Binotto? Pare proprio di sì.
La miglior Ferrari dell'anno basta per tornare davanti a Mercedes e Aston Martin, a tenere a distanza la miglior McLaren della stagione, ma riesce solo a fare il solletico al solito super Max Verstappen, arrogante a tal punto da cambiare gomme ad un giro dalla fine per strappare a Perez il punticino del giro veloce. Un vero cannibale. Non vuole lasciare nulla agli altri a costo di prendersi un rischio supplementare e in fin dei conti inutile.
Se la Red Bull, almeno quella di Max, resta su un altro pianeta, la Ferrari torna dall'Austria con parecchie indicazioni utili per continuare a sviluppare la Sf-23 sulla strada intrapresa dalla gara di Barcellona. Era la quarta forza del campionato, adesso è di nuovo la seconda e riesce pure a mettere il naso davanti a tutti per una decina di giri, grazie al tempismo con cui si è deciso di approfittare della Virtual Safety Car iniziale per il primo cambio gomme (cosa che la Red Bull non ha fatto).
Charles ci ha pure provato al via, alla curva tre e alla quattro, ha cercato di mettere un po' di pressione a Max, magari di indurlo all'errore. «Ora gli aggiornamenti mi fanno sentire più a mio agio, brava la squadra ad anticiparli», ha detto Charles prima di salire sul podio. La gara di Charles è stata buona, cancella le incertezze del sabato. Ma ottima è stata anche la gara di Carlos Sainz che, prima di prendersi la penalità per aver superato i track limits, si era sentito dire di non andare ad attaccare Leclerc. Un ordine che comincia a diventare una costante. Carlos però non si è perso d'animo. Ha buttato lì un «Ci vorrei provare» caduto poi nel vuoto perché dal box hanno richiamato entrambi i piloti per il cambio gomme. Carlos, scivolato indietro, si è divertito sorpassando Norris, Hamilton e Perez con il quale ha duellato poi alla fine, resistendogli alla grande per un paio di giri, aiutando Leclerc a proteggere il suo secondo posto. Un bel gioco di squadra.
E buono anche il modo in cui Vasseur sta gestendo i suoi due galletti. Ora si va subito a Silverstone, la pista che cancellerà anche i dubbi dei più scettici sui progressi Ferrari. Se andrà bene anche lì non ci saranno più dubbi.
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