nostro inviato a Appiano Gentile
Sorride. Come sanno sorridere gli uomini tranquilli con se stessi. Diceva l'antico presidente della Roma che in quegli occhi chiari e profondi vedeva scritta la sofferenza. Walter Samuel ha dovuto scollinarla qualche volta di troppo. Ma stavolta sorride per quella storia di pallone che ricorda bene. Era Roma-Juve. Antonio Conte, sì l'allenatore della Juve, gli arriva addosso come una macchina impazzita contro un muretto. Roba da sfasciarsi-sfasciarlo? Ma lui era già The Wall, il muro. Quello, cioè Conte, va a tendergli la mano. Aveva esagerato. Eppoi non sai mai. Non era forse Totti che diceva: «Con lui non farei mai a botte....». Ecco, appunto, Conte tende la mano e Walter Samuel con quel pizzico di sprezzo che solo un principe sdegnato..., la scaccia lontano. «Ma quale mano? La prossima volta prendi il pallone».
Samuel ci pensa? Oggi Conte è l'allenatore della Juve e lei ...
«Ma quello era solo un gesto. In campo Conte aveva tanto carattere. È rimasta una cosa di gioco».
Carattere Juve?
«Che dire? Lui avrà trasmesso il carattere, ma per vincere tante partite di seguito bisogna avere una bella impronta».
Anche questo Juve-Inter ha una bella faccia...
«Va bene perché siamo secondi, esserci significa che abbiamo lavorato bene».
Era da qualche tempo che la sfida non aveva questo valore...
«Sì, ma non è decisiva. Servirà per capire come siamo. Sarà bellissima, perché questa partita va sempre vissuta con grande motivazione da noi e dalla gente».
Nonostante il clima esasperato che spesso coinvolge voi e loro?
«Lo creano i giornali, la gente. Noi andiamo in campo per lasciare tutto lì. Le cose esterne non sono cose nostre. Semmai dobbiamo cercare di calmare la gente».
Ora si è messo di mezzo anche il caso Catania....
«Saranno dispiaciuti i giocatori del Catania. Ma sono cose che capitano, situazioni di gioco. Non penso a un disegno. Si sbaglia a favore o contro. Certo, dà fastidio».
Quindi non si schiera nel partito: tutto pro Juve?
«In certi momenti si è detto anche di noi e mi dava fastidio. Noi meritavamo quanto conquistavamo. Non penso che ora si favorisca qualcuno, spero di no. Prima si parlava solo del 2006, adesso c'è più tranquillità».
Questa Inter l'ha sorpreso?
«Ho fiducia, ci conosciamo da tempo, è arrivata gente umile che non si lamenta, pronta anche se va in panchina».
Ma essere già secondi dopo 10 giornate?
«Fermi tutti: non abbiamo fatto ancora niente, manca tantissimo. Bisogna arrivare in alto alla fine».
E lei difensore che dice dei vostri alti e bassi difensivi? Forti in trasferta, incassate più gol in casa.
«Contro la Samp non ci hanno quasi tirato in porta e segnato due gol. Il primo per nostra sfortuna, il secondo per colpa, davamo finita la partita. Non sono preoccupato, è importante difendere bene con tutta la squadra. Poi a San Siro devi rischiare un po' di più per vincere».
Sia voi, sia la Juve rischiate sempre qualcosa in difesa...
«È normale per squadre che vogliono rischiare per vincere».
La Juve non ha una punta leader. Meglio per chi difende?
«Alla fine conta chi arriva in area: deve passare da lì e noi stare attenti e compatti».
Ha affrontato tanti attaccanti della Juve, quali i peggiori?
«Ibrahimovic e Trezeguet. Il francese era pericolosissimo, anche se non toccava tanti palloni. In ogni attimo poteva fregarti».
Ora c'è Vucinic...
«Più simile a Ibra: gli piace tener la palla».
Da 7 anni non vincete a Torino: dall'aprile 2005, gol di Cruz...
«Però siamo andati vicini a vincere tante volte. Non è preoccupante. Anche loro hanno fatto fatica a San Siro. Queste restano partite speciali in tutti i sensi».
Stavolta un po' di più?
«Sarebbe bello vincere. Darebbe fiducia al gruppo».
Samuel userà la faccia che faceva paura a Totti quando disse: non farei mai a botte.
«Scherzava! Chi mi conosce sa che sono tranquillo. Non gioco a far male. Mi piace giocare duro. Nella partita è importante un certo atteggiamento: i primi contrasti per mostrare che stai bene. Ma non vuol dire che picchi».
Dia un'occhiata ai giovani di Inter e Juve, cosa ne dice?
«Abbiamo Alvarez, Coutinho, Juan Jesus che sta maturando molto, va fortissimo. Anche Livaja è interessante. Loro hanno Pogba che è bravo, Giovinco lo ha dimostrato pure a Parma».
Un po' piccoletto, leggerino ...
«Anche Messi è piccolo, tutti quelli del Barcellona lo sono. Non è un fatto fondamentale».
Lei amava Maradona, ora le piace Messi. Faccia un gioco: uno a voi e uno alla Juve.
«Per me Diego era un Dio, più vicino a me. Messi può diventare meglio, oggi c'è più intensità di gioco, è più dura. A me piace tanto Messi: magari venisse all'Inter».
Dove siete più solidi rispetto alla Juve?
«Davanti abbiamo gente più pericolosa. Non lo dico io, per fortuna lo dicono i numeri».
Un'idea sui due portieri?
«Handanovic sta facendo bene, era difficile rimpiazzare Julio. Invece dimostra sicurezza e noi ci sentiamo sicuri con lui. Buffon? Parla da solo ai massimi livelli».
I due giocatori con più classe?
«Dico Cassano e Vucinic».
Chi ha più fame fra voi e loro?
«Stessa fame. La Juve è ancora molto motivata, proprio perché ha vinto il campionato».
Stramaccioni e Conte: voto?
«Sono giovani, comandano gruppi come i nostri: non è facile. Stanno lì, se la vogliono giocare, ma è dura stare seduti su quelle panchine».
Fra i tanti allenatori conosciuti, a chi rassomiglia Stramaccioni?
«C'è un po' di mescolanza. Sì, d'accordo, un po' Mourinho. Ma Stramaccioni ha un carattere tranquillo. E allora chi dire? Francamente non saprei. Sa, io ho avuto sempre gente focosa: ha presente Mancini e Capello?».
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