Nomi e linee anni '50-'70 È la tendenza dell'anno

Riecco le scrambler, cafè racer e bobber. Bmw, Ducati, Guzzi, Triumph e Yamaha ci credono

Valerio Boni

Mai come oggi la teoria dei corsi e dei ricorsi storici è stata più attuale, almeno in campo motociclistico. Basta leggere l'elenco delle novità a due ruote per rendersi conto che i nomi e le forme riportano indietro nel tempo, a cavallo tra gli anni Cinquanta e Settanta. È l'effetto di una tendenza nata nei garage e recentemente scoperta dalle grandi Case, che ha riportato in vita le scrambler, le café racer e le bobber, termini che identificano diversi modi di modificare moto di serie.

Scrambler erano le moto stradali trasformate con manubri alti e gomme tassellate per affrontare strade sterrate, ma dal 1964 è stato anche un modello che ha reso celebre il marchio Ducati anche negli Stati Uniti. Rinata due anni fa in chiave moderna, la Scrambler è una bicilindrica si presta a essere declinata in più allestimenti partendo dalla base di telaio e motore. Due di questi sono proprio le novità del 2017: la Desert Sled e la Café Racer. La prima si ispira alle special da fuoristrada per correre sulle piste della Baja California, con ruota anteriore di grande diametro e pneumatici offroad, la seconda è invece una «sportiva da bar» che segue il filone delle moto che i Rocker parcheggiavano davanti all'Ace Café di Londra. Essenziale, nera e oro, con targhe portanumero e manubrio basso ha le carte in regola per diventare un'icona in vendita a 10.950 euro. Mezzo secolo fa le Bmw erano rigorosamente di serie e classiche, ma oggi la Casa bavarese è intenzionata a cavalcare la tendenza, e lo fa con la linea NineT, espressamente progettata per favorire le personalizzazioni. Attorno al classico motore boxer, con i due cilindri che sporgono lateralmente, anche Bmw propone le sue special. Si chiamano Pure e Racer, e sono rispettivamente una variante più economica e minimalista (in listino a 13.300 euro) e una sportiva con semicarena e codino replica di una moto mai esistita, ma comunque affascinante e commercializzata a 14.300 euro.

Tra i costruttori giapponesi, Yamaha è la Casa che più ha sposato il nuovo trend, prima con la famiglia delle Faster Sons, e ora con la Scr950, una bicilindrica a V potente quanto basta con i suoi 54 cavalli; l'impostazione vagamente retrò invita ad abbandonare l'asfalto per avventurarsi su strade bianche, pur senza avere un assetto da vera offroad.

C'è poi la Moto Guzzi, negli anni Settanta impegnata con la famiglia V7, e ora celebra quegli anni con la V7 III 50th Anniversary, una «nuda» assemblata con il gusto semplice del passato, che ha già un pregio da non sottovalutare, un prezzo di 8.490 euro che risulta più basso di quello della seconda generazione. Anche l'inglese Triumph, tra le grandi Case del passato, ha avviato da tempo la sua operazione nostalgia, che è ora completata dalla Bobber, una moto derivata dalla Bonneville T120. Il nome è quello di una tipologia molto in voga al termine della seconda guerra mondiale, alternativa a quella dei chopper, che non prevedeva modifiche al telaio, ma solo la rimozione di ogni elemento superfluo. La nuova Triumph si presenta proprio così, priva di ogni fronzolo, con una sella monoposto a sbalzo e un prezzo di 12.700 euro.

Se la moda vintage sta dilagando, c'è comunque spazio per le nuove proposte, come ha dimostrato la Honda, che ha iniziato la commercializzazione di uno scooter di nuova generazione, che coniuga le caratteristiche tipiche del commuter adatto praticamente a tutti con quelle di una maxienduro di razza come l'Africa Twin, una moto progettata per gli amanti dei viaggi avventurosi. Lo scooter 2.

0 si chiama X-Adv, è equipaggiato con un motore bicilindrico di 750 cc da 55 cavalli con cambio automatico a doppia frizione ed è progettato per viaggiare su ogni tipo di terreno. Comprese le piste del deserto. In attesa della Vespa elettrica.

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