Non solo Gallo-Pipita Tra Toro e Juve è derby alla livornese

Mazzarri: "Meno cattiveria e più cervello per fermarli". Allegri: "Con Walter si sono blindati"

Non solo Gallo-Pipita Tra Toro e Juve è derby alla livornese

Torino - Non è più il tempo del derby da interpretare come una «sfida tra il popolo e il padrone». Ci aveva provato Mihajlovic alla vigilia del match di andata ricevendone in cambio un pugno di mosche (4-0 per la Juventus), mentre Mazzarri vuole normalizzare il tutto: «La troppa foga non va bene. La cattiveria agonistica deve essere sempre incanalata nelle regole del calcio: in settimana ne ho parlato con insistenza». Magari è l'approccio giusto, almeno questo è l'augurio dei tifosi del Toro e di chi spera che la Signora rallenti e non raggiunga il settimo scudetto di fila. Toro-Juve, allora. E Mazzarri contro Allegri: livornesi contro, pur se il primo è nato a San Vincenzo, a due passi da Piombino. Più ombroso e sanguigno il tecnico granata, più scanzonato e distaccato (almeno in apparenza) quello bianconero: «A vederci così siamo due tipi abbastanza differenti ammette il pilota juventino -. Lui comunque ha fatto ottimi risultati ovunque, tirando fuori sempre il massimo dalle sue squadre». «Per Allegri ho grande stima e rispetto così Mazzarri -. Io credo nel lavoro e i risultati parlano a suo favore».

Sarà comunque derby. In casa del Toro. Che nel proprio impianto, proprio sotto Mazzarri, non ha preso gol nelle ultime tre partite e che, se tenesse la propria porta inviolata anche oggi, eguaglierebbe il proprio record di match interni di serie A consecutivi senza subire reti (cinque), registrato l'ultima volta nel gennaio 1995: per una squadra che a un certo punto pareva la banda del buco, un qualcosa di certamente positivo. Così come è positivo il bilancio di tre successi e due pareggi sotto la nuova gestione: la possibilità di lottare per l'Europa league è tuttora concreta e ovviamente il derby potrebbe ulteriormente lanciare i granata. Discorso analogo, sia pure con altro obiettivo, per la Juve: «Potremmo essere di fronte allo snodo del campionato - così Allegri che non vede l'ora di rallentare un po' il ritmo dopo un ciclo durissimo iniziato il 21 gennaio -. Il Toro sta bene, ma noi dobbiamo restare nella scia del Napoli. Rispetto a prima, i granata concedono meno e sono più equilibrati». Il che suona appunto come un complimento al collega. Di suo, la Juve non avrà Buffon («resta a riposo, era concordato») e nemmeno Mandzukic («ha 38 di febbre»), porterà finalmente Dybala in panchina dopo un'assenza di un mese e mezzo, giocherà con il centrocampo a tre e si inventerà un modo per completare il tridente. Dall'altro lato il Toro potrebbe cominciare con un 4-1-4-1 camaleontico, con Belotti supportato in primis da Iago Falque. «Al di là dell'aspetto tattico, nel calcio ci sono dieci contrapposizioni ancora Mazzarri -. Conta vincere i duelli personali e avere una strategia chiara, con i giocatori che sappiano sempre cosa fare. Più facciamo le cose al meglio, più aumenta la percentuale di un risultato positivo».

Per quel che vale, negli ultimi cinque confronti diretti Allegri non ha mai battuto Mazzarri e chissà che pure questo non sia un segnale. Di contro, il Toro ha vinto solo uno degli ultimi ventitré derby di serie A (aprile 2015) e probabilmente si tratta di un record del mondo negativo parlando di stracittadine tra squadre della stessa categoria.

Tra i tanti duelli diretti e indiretti, occhio ovviamente a Higuain-Belotti: il Pipita arriva da una striscia di 8 gol nelle ultime cinque partite (uno in coppa Italia, cinque in campionato e due in Champions) ma pure dal rigore sbagliato contro il Tottenham, il Gallo ha realizzato due reti contro la Juventus in serie A (entrambe al Grande Torino) e domenica scorsa, contro l'Udinese, è parso di nuovo lui. Su il sipario.

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