Un cuore matto, matto da legare. E ribelle quando bisogna tenerlo lontano dai campi. Stephan Lichtsteiner, operato con successo dopo l’aritmia che lo ha mandato in affanno nei giorni scorsi, non è l’unico calciatore costretto a fare i conti con gli “scherzi dell’anima”. Alcuni suoi colleghi hanno dovuto appendere provvisoriamente gli scarpini al chiodo, per poi tornare a calzarli una volta superato l’incubo.
Jonathan Biabiany, per esempio, è stato appena riammesso nella rosa dell’Inter, che lo ha curato come il figliol prodigo. Un anno fa, l’ala francese esibiva la sciarpa dei cugini milanisti attorno al collo, salvo riconsegnarla al mittente e rimettersi agli ordini del Parma. C’è chi sostiene che il trasferimento dai ducali ai rossoneri sia andato in fumo proprio per la miocardite del giocatore. In effetti, c’è voluta una stagione prima di ottenere l’idoneità per rientrare sul prato. Anche Antonio Cassano, nel novembre 2011, se la vide brutta. Lo staff medico del Milan gli salvò la vita e Fantantonio riuscì addirittura a farsi convocare da Prandelli per gli Europei 2012. Peccato che il barese se ne andò da Milanello sbattendo le porte: passò sull’altra sponda del Naviglio, mentre su quella opposta in molti continuano a dargli dell’ingrato. Gratitudine massima invece quella di Nwankwo Kanu nei confronti di Massimo Moratti, che dal 1996 al 1998 gli pagò le cure per una malformazione congenita alla valvola aortica: l’attaccante nigeriano si rimise a correre e fondò un’associazione per aiutare i bambini malati di cuore.
E’ andata bene pure a Taribo West, ex Inter e Milan: soffriva di una patologia simile a quella di Lichtsteiner e intervenne in tempo, ritagliandosi una carriera dignitosa fino al 2012. Persino Cristiano Ronaldo rischiò la carriera ancora prima di inaugurarla: a 15 anni finì in sala di cardiochirurgia per una disfunzione. “Il suo cuore aveva una frequenza troppo alta a riposo”, ha raccontato Dolores Aveiro, madre del fuoriclasse portoghese, "io vivevo a Madeira, sono stata avvisata e ho dato l'autorizzazione all'intervento con il laser.
Anche se sapevamo di cosa si trattasse, eravamo tutti molto preoccupati perché c'era il rischio che Cristiano dovesse smettere di giocare, ma è andato tutto bene e dopo pochi giorni era già in campo. Anzi, sembra che quel trattamento gli abbia permesso di correre ancora più veloce”. Del resto, non si può certo dire che l’asso del Real Madrid non ci metta il cuore. E “ogni tanto” la mette dentro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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