«Non sono il primo né l'ultimo a chiamarli»

FirenzeAntonio Conte convoca due nuovi oriundi, Vazquez ed Eder, e scoppia inevitabile la bufera. Che comincia da un duello a distanza tra il ct e Roberto Mancini che in mattinata si era espresso così: «La Nazionale italiana deve essere italiana. Convocate solo chi è nato in Italia». Conte non l'ha presa bene e ha sparato: «Non sono il primo e non sarò l'ultimo a convocare questi, tra virgolette, oriundi. In passato, ci sono stati i vari Camoranesi, fra l'altro campione del mondo, Paletta, Thiago Motta e molti altri. Nell'ultimo Mondiale, poi, gli oriundi erano 83. Sono le regole, noi le seguiamo. D'altronde, come la metti la metti: qualche polemica si può sempre creare. Volevo provare i giovani italiani, ma non ho potuto fare gli stage».

Mancini aveva detto la sua in mattinata: «Io so che la Nazionale deve essere italiana. E magari ci troviamo un giocatore che ha solo dei parenti qui. Ma questa è solo la mia opinione. I tedeschi hanno vinto un Mondiale con questi giocatori? Sì, ma quelli sono nati in Germania... Io penso che chi non è nato in Italia non meriti l'azzurro. Se le regole sono queste Conte fa bene ad applicarle, ma io resto della mia opinione». Poi ha precisato: «Mi riferisco a quei sudamericani che giocano qui qualche anno e poi diventano azzurri, non certo a uno come Giuseppe Rossi, nato in America ma da famiglia completamente italiana...»

Ma torniamo a Conte: «Vazquez ha madre italiana e a differenza di Dybala aveva subito espresso la propria preferenza per l'Italia. Non ho mai forzato nessuno, perché è una cosa che devono vivere dentro. La maglia azzurra non deve essere un ripiego per chi non riesce a conquistare un posto nel Paese che sente più suo. La Nazionale è per i migliori, bisogna meritarla sul campo, non ha senso sperare che il commissario tecnico abbia poche possibilità a livello di convocazioni».

Si è fatto sentire anche il presidente federale Tavecchio che ha risposto così al tecnico dell'Inter: «Con un oriundo mi pare che

abbiamo vinto anche un Mondiale nel 2006…. Conte comunque ha la libertà assoluta di individuare le persone che hanno titolo per giocare. Se uno ha la cittadinanza può giocare, è cittadino italiano quindi il discorso è chiuso».

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