Più forti del Covid. Le Olimpiadi di Tokyo si avvicinano e si spera che non vi siano sorprese. La Nazionale italiana di nuoto negli Assoluti primaverili andati in scena a Riccione ha battuto un colpo: prestazioni sensazionali e non più una squadra Pellegrini-centrica, ma con tante frecce. In particolare, nella rana il Belpaese ha messo in mostra i propri gioielli, con le perle di Martina Carraro e di Nicolò Martinenghi. Italiani, popolo di santi, poeti e navigatori? Aggiungiamoci anche di nuotatori.
Il guanto di sfida è lanciato alle potenze di questa disciplina in vista dei Giochi perché la profondità della compagine rappresenta un punto di discontinuità importante rispetto a una tradizione in cui si è spesso dipeso dalle lune dei singoli. «Assistere a delle gare di così alto livello nei campionati italiani motiva ognuno di noi a dare il 101% per dimostrare il proprio valore. Non ricordo una squadra così forte da quando faccio parte della Nazionale e questo è sicuramente un aspetto rilevante per le Olimpiadi», le parole di Gregorio Paltrinieri. Ai Mondiali di Gwangju del 2019 i podi furono 8, i finalisti 23 e primati nazionali 19. La formazione del DT Cesare Butini vuol essere un punto di rottura e l'intenzione è quella di mettere in un cassetto anche il record storico di medaglie delle Olimpiadi di Sydney 2000 (3 ori, 1 argento e 2 bronzi). Non sarà facile imporsi a Tokyo, ma il circolo virtuoso del nuoto azzurro fa ben sperare per riscontri e mentalità.
Tutto molto bello, nonostante le condizioni siano assai sfavorevoli: piscine chiuse e società sportive in gravi difficoltà. «Le nostre società hanno permesso nei passati tredici mesi di far allenare gli atleti, con sacrifici enormi e non so come ce l'abbiamo fatta. Mi auguro che arrivino presto a loro sostegni. Ormai siamo abituati a gareggiare in bolla con costi organizzativi enormi. Mi aspetto dal Governo sostegni importanti che permettano a tutto lo sport di andare avanti.
È in gioco la salute e l'attività motoria degli italiani che è fondamentale in una società evoluta come la nostra», le parole del presidente della FIN Paolo Barelli. Segnali di vitalità dagli atleti azzurri sono arrivati, più incisivi del Coronavirus e di una realtà da libertà vigilata.
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