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Gli occhi tristi di Gigio specchio dell'impresa di Maignan e compagni

Le prodezze del portierone, le parole dell'ex e l'orgoglio di Maldini: "Come ai miei tempi..."

Gli occhi tristi di Gigio specchio dell'impresa di Maignan e compagni

Milano. La rappresentazione plastica della serata memorabile di Champions league vissuta dal nuovo Milan, sbarcato dopo 11 anni ai quarti del torneo continentale, è stata la seguente: Maignan festeggiato a Londra per la sua parata super, decisiva nel finale, Donnarumma stravolto per l'ennesima eliminazione del Psg, arrivato in video per fare i complimenti ai rossoneri e «non dirsi pentito della scelta fatta». Se poi, per l'occasione, si registra il veleno dei giornali francesi, dedicato in particolare a Verratti («che torni a Pescara a mangiare spiedini e a fumare!» scrivono i giornali inviperiti), allora lo scenario è completo ma si dimentica molto altro. Per esempio l'orgoglio scandito da Paolo Maldini che ha il coraggio di ricordare «non siamo da prime otto ma ora ci siamo e ce la giochiamo» prima di confessare d'aver avvertito nella notte londinese «i brividi del Milan di quei tempi», i suoi insomma, quelli di Berlusconi e Sacchi. Decisa la difesa dei suoi ragazzi criticati nel mese scellerato di gennaio («abbiamo giocato senza Maignan»), così come quella di qualche esponente sottovalutato («Krunic per esempio, noi sappiamo aspettare») ma alza l'asticella in vista dello sprint in campionato («sarà dura ma dobbiamo arrivare tra le prime quattro» l'obiettivo fissato) che vuol dire disporre anche di budget per i rinnovi più importanti (Leao e Giroud) e per il prossimo mercato estivo (incassati fin qui 71,4 milioni dalla Champions).

Che Maldini, come gli ricorda Nesta commentatore Amazon, non sia in sintonia con la difesa a 3 è ormai noto ma questo non ha scalfito il rapporto con Pioli a cui ha riconosciuto due qualità, «perfetto comunicatore e grande allenatore». Eppure qualche spina è spuntata dal mazzo di rose. Per esempio Billy Costacurta, dal tavolo di Sky, ha rifilato una martellata sulla sagoma di Rafa Leao, il gioiello di casa Milan ancora alle prese con un rendimento molto discontinuo e discusso. Ha spiegato, senza giri di parole, l'ex sodale di Maldini: «Peggiore in campo, ha dimostrato di non essere un campione». Giudizio molto severo rispetto alla prova del portoghese, specie durante la ripresa, la frazione migliore. Il vero punto debole è che dal 4 gennaio 2023 Leao ha messo a segno appena due gol, contro Salernitana e Lecce, fuori casa, senza incidere in modo concreto sulle altre prove di grande sostanza, a cominciare dalla Champions dove persino Diaz è apparso meglio inserito e più efficace nelle azioni offensive.

Anche Arrigo Sacchi, che non condivise quel mutamento tattico del passaggio della difesa a 3, è rimasto incantato dalle qualità di grande spessore umano e calcistico, di maturità internazionale insomma, che è poi la vera cifra tecnica del Milan di Londra.

«Quando c'è la scintilla può succedere di tutto» è il suo incoraggiamento in vista dei quarti che pongono come al solito il batticuore di un rischio derby italiano. «Vorrei evitarlo nei quarti sapendo bene che non siamo ancora al livello di Bayern, City e Real Madrid» è il sano realismo di Paolo Maldini.

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