Un'Italia democratica con mezza serie A convocata. Anche se guardando alle nostre squadre impegnate nelle Coppe «allargate» da settembre mancano elementi del Milan, come nel 2021, e della Fiorentina, reduce dalla beffarda notte di Atene con il secondo ko di fila in finale di Conference che ha sancito il divorzio dal tecnico Italiano.
Solo l'Inter tricolore poteva vantare il 20 per cento dei convocati per Euro 2024, prima dell'ultimo inconveniente per Spalletti, che aveva già perso per strada nomi eccellenti come Zaniolo e Berardi: il forfait di Francesco Acerbi, alle prese con i postumi della pubalgia. Il difensore nerazzurro, fermatosi per tre gare quasi a fine stagione (era poi sceso in campo nel pomeriggio della festa scudetto di San Siro contro la Lazio e nell'ultima a Verona), sarà operato lunedì. Avrebbe voluto rispondere alla convocazione, ma il timore era quello di andare incontro a una brutta figura già magari alla «prima» nel torneo non essendo al top. Niente Europei, quindi, e almeno un mese e mezzo di recupero per farsi trovare pronto all'inizio della prossima e intensa stagione.
Il destino ha voluto che Acerbi restasse fuori dal torneo: Spalletti e Gravina decisero di non chiamarlo per la mini-tournée americana di marzo per questioni di opportunità dopo la presunta frase razzista a Juan Jesus, ora l'infortunio che ha cancellato eventuali «imbarazzi». Pur essendo stato il giocatore riconosciuto non colpevole per assenza di prove.
Il ct ha dunque preallertato lo juventino Gatti che lavorerà nella propria sede (quando è arrivata la telefonata, era a Torino al matrimonio del compagno di squadra Rugani) e solo in caso di necessità raggiungerà il gruppo azzurro. Sì, perchè prima Spalletti valuterà lo stato psicofisico - e il comportamento in ritiro - degli altri difensori centrali.
Oggi alle 12 a Coverciano per l'inizio del lavoro si ritroveranno solo in 27, considerando che gli atalantini Scalvini e Scamacca saranno ancora impegnati nel recupero di domenica con la Fiorentina che potrebbe valere il terzo posto per gli orobici. Un terzo posto conteso alla Juventus che rischia, se Gatti resterà a casa e se il riabilitato Fagioli non dovesse convincere a pieno il ct, di essere ai minimi termini (appena due convocati) come accadde a Euro 1988. Peggio andò solo ai Mondiali del 1970: un solo rappresentante in azzurro, Beppe Furino.
Sono tredici i club rappresentati dai 30 convocati di Luciano Spalletti - tre quelli stranieri - in attesa dei tagli che ridurranno la lista a 26 elementi il 6 giugno.
Una tendenza, quella di un «frazionamento», dei ct azzurri nelle scelte per gli Europei già verificatasi con Donadoni (2008, 14 club), Prandelli (2012, 12), Conte (2016) e il campione in carica Mancini (2021, 13). Pure loro chiamarono giocatori da squadre straniere (addirittura quattro con Conte), tra oriundi e italiani «emigrati» in altri tornei Top del continente. Con la differenza che la lista era composta solo da 23 unità.
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