Charleston Nel mezzo del nulla, tra pinete, prati sterminati e sotto un sole cocente. Qui, nell'entroterrra della Carolina del Sud, Volvo Cars ha costruito il suo primo impianto negli Usa, mettendo quindi la bandierina su questo importante mercato e proponendosi come nuovo importante (e imprevedibile) attore globale.
La strategia dei proprietari cinesi di Geely, colosso che guada con interesse a Daimler, di cui è primo azionista, e probabilmente anche a Fca, ha rilanciato alla grande la Casa svedese, che ora può contare anche su due altri marchi: Polestar e Link & Co. «Noi mettiamo i soldi, voi il know how», è la ricetta vincente dei cinesi che permette a Volvo di continuare a crescere a livelli record.
In questo sperduto angolo del Sud Carolina, non lontano da Charleston, il gruppo ha investito 1,1 miliardi di dollari e darà lavoro (salvo imprevisti determinati dalla possibile applicazione di maxi-dazi sull'export) fino a 4mila persone.
Sul palco, circondata da una delegazione di operai in festa e con gli occhi lucidi per l'emozione, ecco la prima auto che sarà prodotta: la berlina dal taglio sportivo S60, alla quale seguiranno dei Suv. La notizia, oltre a quello del taglio del nastro, è che sarà la prima Volvo senza motori diesel.
«Avere una fabbrica negli Usa - ha spiegato il numero uno, Håkan Samuelsson - ci permette di essere più vicini al cliente finale, di comprendere meglio questo mercato, oltre a confermarci come produttore globale. Essere qui, infatti, significa essere locali e allo stesso tempo globali. Resta da vedere quali decisioni saranno prese sul fronte dei dazi...».PBon
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