È ancora presto per dire se le notti saranno magiche, intanto godiamoci l'ottimo inizio degli Azzurri di Mancini agli Europei di calcio. Dopo la prima convincente gara con la Turchia c'eravamo lasciati con un certo Domenico Berardi migliore in campo. Ora, dopo la seconda vittoria, un robusto 3-0 con la Svizzera, è difficile non sperticarsi le mani per Manuel Locatelli. Segni particolari: maglia neroverde. Anche lui, infatti, è del Sassuolo. Classe 1998, nato a Lecco, inizia a giocare nella squadretta dell'oratorio allenata dal padre, il Pescate, ma è così bravo col pallone tra i piedi che, dopo una breve parentesi all'Olginatese, passa all'Atalanta. A undici anni il Milan lo vuole a tutti i costi: il piccolo Manuel cresce e si fa le ossa in rossonero, dagli Esordienti fino alla Primavera. Il grande salto nella stagione 2015-2016: Christian Brocchi allena la prima squadra e, il 28 aprile, decide di buttarlo nella mischia facendolo esordire in Serie A: per i rossoneri non va benissimo, 0-0 a San Siro con il Carpi. Il mese dopo Brocchi lo schiera tra i titolari nell'ultima di campionato contro la Roma di Spalletti: va ancora male per il Milan, vincono 3-1 i giallorossi, ma Manuel dimostra di saper far bene in campo, pur avendo solo diciotto anni e ancora tutto da imparare.
La promozione avviene la stagione successiva, con il Milan allenato da Vincenzo Montella. Il nuovo mister lo fa giocare sempre, dopo l'infortunio di Montolivo, e Locatelli ripaga la fiducia dell'allenatore napoletano con delle ottime prestazioni e alcuni gol preziosi, tra cui quello della vittoria contro la Juventus che vale la Supercoppa. L'anno successivo è ancora al Milan, anche se gioca meno da titolare perché gli viene preferito il più esperto Lucas Biglia. Si rifà nelle gare di Europa League. A fine stagione viene ceduto in prestito al Sassuolo, guidato da Roberto De Zerbi. È un'annata importante per Manuel: gioca 29 partite e segna due reti. Ma è l'anno dopo che fa ancora meglio, entrando a pieno titolo nello schema preferito dal mister (4-2-3-1), come perno centrale del centrocampo. Gran bella stagione per Locatelli, con il Sassuolo che chiude all'ottavo posto in campionato. Nell'ultimo campionato, 2020-2021, Manuel gioca 34 partite e segna 4 gol (Sassuolo ancora una volta ottavo).
Ormai è una certezza Locatelli. E di lui si sono accorti, per fortuna, anche in Nazionale: prima quelle minori, poi quella di Roberto Mancini, che lo porta nel gruppo degli Europei. Scelta azzeccata per il ct, con Manuel che lo ripaga in campo, senza far rimpiangere Marco Verratti, bloccato da un infortunio. Con il previsto rientro del centrocampista del Paris Saint Germain inizieranno i problemi per Mancini. Che fare? Ridare fiducia a Manuel o tenerlo in panchina per non rompere gli equilibri nel gruppo, dosando le forze per un torneo che, ci auguriamo tutti, possa durare fino all'11 luglio? Vedremo. Di certo è meglio avere problemi come questi, di "abbondanza" di piedi buoni, che non averne.
Locatelli intanto si gode il momento. "La pandemia mi ha aiutato – dice a fine partita – l'anno scorso non credo che sarei potuto venire agli Europei". E ancora: "Il primo gol è stato bellissimo, è stata un'azione pregevole, ho visto libero Berardi e sono doppiamente contento per l'assist di un amico come Domenico. La dedica è per la mia fidanzata e i miei genitori. Un'emozione davvero grandissima. Invece il secondo gol lo voglio dedicare a tutti gli italiani, soprattutto quelli che hanno sofferto per questa pandemia. Speriamo di regalargli altre emozioni".
Con chi giocherà il prossimo anno? "Ora voglio solo godermi questi Europei senza pensare al futuro", dice lui. Ma è inutile nascondere che tutti lo vogliono, la Juventus in prima fila. Il Sassuolo fino a poco fa chiedeva 40 milioni, ma le quotazioni schizzeranno in alto dopo queste prove con la maglia azzurra. All'estero Manchester City e Borussia Dortmund sono pronte a investire cifre da capogiro per portarsi a casa il talento di Lecco.
Per fare certi gol, ammette Manuel, a volte bisogna essere un po' pazzerelli: "Di solito io non accompagno così l'azione come nel primo gol, ma ero galvanizzato dal lancio che avevo fatto a Berardi e ci ho creduto.
C'è voluto anche un pizzico di follia per lanciarmi avanti e chiudere l'azione".Caro Manuel, tutti gli innamorati della maglia azzurra si augurano di poter godere ancora di questa tua lucida e splendida "pazzia".
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