Il pallone si è spaccato in 3

Domani vertice Lega sulle riforme, ma la A è divisa: Inter, Milan, Juve (appoggiate da Roma e Fiorentina) aprono alle 18 squadre e ad alcuni punti del piano Figc

Il pallone si è spaccato in 3
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La serie A comincia a marciare divisa in tre mini blocchi verso la meta delle riforme. A poche ore dall'assise milanese di domani, la spaccatura, clamorosa, è diventata pubblica al culmine dell'incontro avvenuto venerdì sera a Roma presso gli uffici del presidente Gravina (presenti Marotta per l'Inter, Scanavino e Calvo per la Juve, Scaroni per il Milan da remoto, la Roma con delega) che ha preso atto della frattura. Così mentre il presidente della Lega Casini ha messo a punto un elenco di richieste ardite (tipo abolizione delle qualificazioni per europei e mondiali, materia esclusiva di Uefa e Fifa; contratti lunghi 8 anni per i calciatori; più extra-comunitari; coppa Italia in formato ridotto e finalista ammessa in Champions) che tenderebbero a realizzare l'autonomia della Lega di serie A dalla federcalcio sul modello Premier league inglese, Inter, Juve e Milan - col sostegno di Roma e Fiorentina - hanno presentato a Gravina il loro format di campionato che prevede la riduzione da 20 a 18 club. Qui l'intento dichiarato è diminuire gli appuntamenti del torneo domestico per dedicare altre energie a quelli europei i quali, con la nuova formula allargata di Champions, aumenteranno in modo consistente fin dalla prossima edizione. «Si eviterebbe così anche il numero industriale di infortuni» una delle spiegazioni presentate. Gravina ha preso nota perché il suo scopo principale è quello di ridurre il numero delle società professionistiche. E cominciare dalla serie A, con evidenti ricadute sui tornei sottostanti, potrebbe avere un evidente valore simbolico. Sul piano squisitamente politico l'incontro romano ha certificato la spaccatura politica in seno alla Lega milanese col sostegno dichiarato nei confronti di alcuni punti del piano di riforme strutturali preparato da Gravina.

Inter, Juve e Milan, con l'appoggio di Roma e Fiorentina infatti sono decise a reclamare un maggior peso politico (oggi uno vale uno) all'interno della stessa Lega «visto che rappresentiamo l'80% del fatturato al pari della Lega che reclama maggiore rappresentanza in federcalcio» la spiegazione didascalica. Non solo ma la triade è convinta di cementare intorno alla posizione altri consensi così da guadagnare i numeri indispensabili per sfiduciare l'attuale presidenza e modificare gli equilibri attuali. Non è nemmeno passata sotto silenzio la disponibilità di Marotta, plenipotenziario dell'Inter, ad accogliere con voto favorevole le riforme previste dal piano Gravina in materia di controlli rigorosi sui bilanci con riferimento alla valorizzazione di alcuni parametri tipo il patrimonio netto (attualmente quello interista, inserito a bilancio 2023, è di meno 162 milioni di euro) per ottenere l'iscrizione ai campionati. Secondo qualche osservatore potrebbe essere la conferma indiretta di un cambio di proprietà in coincidenza con la scadenza del prestito ricevuto dal fondo americano Oaktree.

A questo punto l'assemblea della serie A di domani può diventare l'occasione per celebrare la frattura in tre parti dell'organizzazione milanese.

A sostegno del presidente Casini è infatti rimasto in prima fila il presidente della Lazio Claudio Lotito insieme con il patron del Torino, Urbano Cairo (favorevole alle 20 in serie A) mentre ADL del Napoli si è espresso per «una serie A bloccata, senza retrocessioni né promozioni dalla B quindi, sullo stile NBA» impossibile da far approvare alla lega di serie B naturalmente.

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