Il Papu riaccende la rissa. Ma la Dea per sognare ha scelto il polso di Gasp

Gomez attacca, i Percassi fin da subito con il tecnico: gettate le basi per il colpo scudetto

Il Papu riaccende la rissa. Ma la Dea per sognare ha scelto il polso di Gasp

C'eravamo tanto amati. A distanza di mesi dall'addio tumultuoso dello scorso gennaio brucia ancora la separazione tra Alejandro Gomez e l'Atalanta. E inevitabilmente volano gli stracci. Ad accendere la miccia ci ha pensato il Papu, tornato a parlare di quanto accaduto a Bergamo in una lunga intervista ai colleghi argentini de La Nacion in cui ha lanciato dei veri e propri siluri all'indirizzo di Gasperini (era scontato...), ma anche della famiglia Percassi. Boom. E le risposte piccate non si sono fatte, naturalmente, attendere. Ma andiamo con ordine. La rottura tra il Diez e la Dea avviene nell'intervallo di Atalanta-Midtyjlland, in cui si scatena il parapiglia negli spogliatoi. Secondo Gomez sarebbe stato il Gasp ad aggredirlo: «Gasperini tentò di picchiarmi. Ok discutere, ma un'aggressione fisica non la posso accettare. Così chiesi ad Antonio Percassi un incontro e gli spiegai che per me non c'erano problemi a continuare assieme, ammettendo le mie colpe: come capitano ero stato un cattivo esempio non obbedendo a un'indicazione dell'allenatore. Però chiesi al presidente le scuse di Gasperini». Dopo il j-accuse verso i Percassi («La proprietà mi ha deluso: una società non può tollerare che il tecnico provi ad aggredire un calciatore. Volevano far credere che andassi a Siviglia per soldi») diventa improbabile il ritorno da dirigente del Papu tra qualche anno (era il sogno di Gomez).

Il tecnico di Grugliasco ha, invece, respinto al mittente l'accusa, ribadendo come sia stato l'attuale calciatore del Siviglia ad aggredirlo fisicamente mancando di rispetto a lui e alla società. Sulla notte del 2 dicembre si è detto e scritto tanto, pure troppo ma ciò che molti hanno sottovalutato erano gli episodi precedenti al casus belli. I rapporti tra Gomez e Gasp si erano deteriorati da settimane, con l'argentino che non aveva gradito le sostituzioni contro Spezia e Crotone arrivate addirittura alla fine del primo tempo e alle quali aveva reagito a suon di mugugni. Il tecnico riteneva che quello che fino ad allora era stato il suo pupillo si fosse un po' montato la testa con atteggiamenti sopra le righe e iniziando a disubbidire ai compiti tattici impartiti dal tecnico. Il resto sono schermaglie destinate ad alimentare il dibattito che ha spaccato in 2 fazioni l'opinione pubblica tra pro Gomez e pro Gasp.

Beh, i Percassi hanno avuto le idee chiare da subito, appoggiando l'allenatore capace di valorizzare al massimo ogni calciatore a sua disposizione realizzando ogni anno autentici capolavori. Cinque anni di fila nelle coppe europee (gli ultimi 3 in Champions League) più 2 finali di Coppa Italia sono risultati straordinari per un club come quello bergamasco che prima dell'avvento del Gasp lottava per la salvezza e spesso faceva l'ascensore tra la A e la B.

Perché i giocatori passano (la Dea con Malinovski e Pessina ha dimenticato in fretta l'ex capitano...), ma alchimisti come Gasperini restano. E a Bergamo sognano quella parolina che inizia con la S e che nel mondo atalantino è vietato pronunciare. Almeno fino a maggio, visto che con mago Gasp nulla è impossibile...

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