«Questo o quello, per me pari sono». Gli italiani modificherebbero anche i versi della musica lirica. Purché a vincere sia un azzurro. Peter Fill o Dominik Paris, 33 anni il primo, 26 il secondo, sono due generazioni a confronto. Entrambi hanno una chance di entrare nel catalogo, no, non quello di Mozart, ma quello dell'Itajet dello sci, portandosi a casa, fra tre giorni, il titolo di discesa. Una prima assoluta. Con buona pace di Colò, Plank, Much Mair e Ghedina che scrissero tanta storia dello sci, senza riuscir mai ad agguantare la coppetta. Figli dello stesso Alto Adige, entrambi in carriera hanno già domato la Streif, la bestia più nera. Fill è partito col turbo collezionando, entro fine gennaio, 2 podi e 1 vittoria. Domme ha carburato poi, con 3 podi e 2 vittorie. La discesa di ieri a Kvitfjell ha rimescolato non solo le carte, ma soprattutto gli umori degli azzurri. Peter Fill, leader in pectore del ranking, dato l'infortunio di Svindal, aveva buone chance di chiudere già i giochi in Norvegia e staccare tutti, ma ha concluso decimo, a 98/100, ritrovandosi a fine gara con 436 punti, pari merito con quel convitato di pietra e contumacia di Svindal. Ad oggi infatti, pur ex aequo nei punteggi, la coppa andrebbe a lui che vanta 4 vittorie rispetto all'unico sigillo di Fill. «Oggi sarebbe potuta andare meglio visti i risultati delle prove - dice Peter -. Però, dopo l'errore nella prima curva, non ho più trovato ritmo». Dominik Paris, invece, vincendo davanti a Valentin Giraud Moine e Steven Nyman ha sbranato la classifica, portandosi a 4 lunghezze (432) dal compagno. «Io penso alla gara, più che alla Coppa. Chi va più forte vince», spiega Paris.
Una poltrona, pardon, una coppetta per due, con un duello che è già nella storia, almeno per l'Italia, e che si consumerà con una gara secca proprio su uno dei palcoscenici più blasonati del circo bianco, mercoledì a Sankt Moritz (dir. alle 10 Rai ed Eurosport) su quella che sarà la pista dei Mondiali del 2017, modificata ad hoc con salti e dolci onde. Indispensabile essere laureati in gliding, scivolate leggere, anche se ad arbitrare s'infila coach Max Carca, regista della rinascita di Fill e della conferma di Paris. «Fill ha patito la gara, sbagliando all'inizio, Domme ha accelerato nel finale, ma la pista delle finali si adatta ad entrambi». Annientati, almeno mentalmente, gli altri: Jansrud ha chiuso 5° e insegue con 382 punti; il 9° di Adrien Theaux vale 370 punti nel ranking. Tutto è possibile. Se Fill o Paris restassero al palo, colmare un gap di quasi 50 punti è impresa non impossibile, per chi abbia molta fame. La speranza è che il meteo sia clemente sulla Svizzera in modo che la gara si possa disputare regolarmente (in caso fosse cancellata vincerebbe Svindal infortunato).
La Federsci internazionale è però sempre in grado di imbastire last minute un piano alternativo, per esempio invertendo i giorni di gara in modo che si possa correre nelle migliori condizioni. Intanto i nostri, pur appaiati in un derby fratricida, sognano azzurro. Ritardo tuo, vittoria mia. Il gran finale è sugli sci.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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