Paris risorge a Garmisch Solo Feuz lo batte Inner cade poi stupisce

Dominik 2° in discesa a 15 giorni dai Giochi Christof arriva a 1'15'' ripartendo da fermo

Maria Rosa Quario

L'ultima discesa maschile prima dei Giochi coreani conferma che l'Italia c'è, scia veloce e fa un bel passo avanti rispetto alla gara di Kitzbühel. Dominik Paris sale sul podio, è secondo a pari merito con l'austriaco Vincent Kriechmayr, a batterli riesce solo Beat Feuz, capofila della classifica di specialità davanti a Svindal, ieri quarto. Ma sarebbe andata a finire ben diversamente se Christof Innerhofer, dopo una ventina di secondi di gara, non si fosse sdraiato per terra dopo essersi inclinato troppo in una curva e aver toccato con lo scarpone la neve. L'azzurro ha perso un secondo e mezzo, è ripartito quasi da fermo e ha chiuso, facendo segnare i migliori tempi parziali, a 115 da Feuz. Magra consolazione, visto che a contare alla fine è la classifica, un 14° posto che gli va davvero stretto. Ma si guarda avanti, che altro si può fare? La prossima gara sarà quella più importante dell'inverno, e se Paris sorride avendo ritrovato la fiducia dopo un paio di prove così così, Inner non può far altro che stare tranquillo, anche se qualche pensiero in testa deve averlo chi, come lui, continua a sbagliare in gara dopo aver brillato nelle prove. Quanto a Peter Fill, non si può che fargli i complimenti per il suo sesto posto, eccezionale considerando l'influenza che lo ha indebolito e lo ha costretto a disertare la prova del venerdì.

A proposito di influenza, ieri Kjetil Jansrud non se l'è sentita di affrontare la pista di Garmisch, meno blasonata di quelle di Wengen e Kitzbühel ma altrettanto impegnativa, con i suoi quasi due minuti ad alta intensità. Quest'anno per fortuna si è fatta una scelta «olimpica», preferendo tracciarla meno veloce del solito e smussando un po' anche i salti, per evitare che proprio alla vigilia della partenza per la Corea qualche atleta si facesse male. L'anno scorso in tanti avevano lasciato la Baviera in elicottero con le ginocchia a pezzi, primo fra tutti il francese Valentin Giraud-Moine che solo ora, a un anno di distanza, sta riprendendo con calma a sciare.

Le tante curve da affrontare ad una velocità media di oltre cento all'ora con punte di quasi 130 hanno alla fine premiato i migliori e fra loro non poteva mancare Domme Paris, al secondo podio in stagione dopo la vittoria di Bormio. Le difficoltà sembrano esaltare anche un altro azzurro, il veneto, anzi da poco friulano visto che è di Sappada, Emanuele Buzzi, 23 anni, tanto cervello e una famiglia di sportivi veri alle spalle. Con il decimo posto di ieri Lele ha confermato l'11° di una settimana fa a Kitz e conquistato il posto nel quartetto olimpico, meritatissimo. A proposito di quartetti, i nomi definitivi della spedizione italiana saranno ufficializzati oggi, ma le scelte ormai sono fatte.

L'Italia ha 20 nomi da iscrivere fra uomini e donne e ovviamente riempirà tutto il contingente a disposizione, con un probabile sbilanciamento a favore dei maschi, che pure hanno ottenuto meno risultati, per il fatto che fra le donne ce ne sono diverse che faranno più di una gara.

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