L'importante non è vincere, ma partecipare. Ormai siamo a questo punto, la selezione nel ciclismo si fa molto prima delle corse, visto che il difficile è arrivarci: alle corse.
La selezione si fa prima, molto prima di mettersi il numero sulla schiena, visto che il numero di corridori fuori uso per questioni di Covid, influenze bronchiali o miocarditi è sempre più crescente. E crescente è anche la preoccupazione da parte del mondo del ciclismo: da corridori a staff, fino ai medici, terminale di tutto.
Non è un bel momento nel ciclismo, c'è qualcosa che non va ed è il caso che il governo della bicicletta mondiale (l'UCI) e tutte le componenti che rappresentano la grande famiglia del ciclismo, si parlino, per arrivare ad un punto. Non si è mai vista una cosa così negli ultimi 25 anni: metà gruppo è malato.
Da quello che si legge nei comunicati stampa, siamo di fronte ad una serie di patologie che vanno dalle tracheobronchiti a bronchiti influenzali, fino alle infezioni delle alte vie respiratorie che hanno decimato il gruppo e i soggetti portatori di queste patologie faticano maledettamente a recuperare.
Cosa c'è dietro? Ah, saperlo... Quindi? Può essere che chi ha fatto il Covid ha le difese immunitarie basse (long Covid)? Potrebbe. Possono essere i vaccini? Va chiaramente indagato e studiato con attenzione. Intanto, in questo clima, oggi si corre l'edizione numero 106 del Giro delle Fiandre, della Ronde, per dirla alla fiamminga, seconda classica monumento di questa stagione martoriata da una infinità di corridori malati: una vera mattanza.
Anche il Fiandre ha il suo bel numero di defezioni, dal campione del mondo Julian Alaphilippe che non ha corso nemmeno la Sanremo, a Wout Van Aert, che sulla carta oggi sarebbe stato l'uomo da battere ma è stato allettato dal Covid.
Oggi si corre: 273 km da Anversa a Oudenaarde, con circuito finale con il Vecchio Kwaremont, Koppenberg e Paterberg (c'è anche l'edizione femminile: 159 km, con la nostra Elisa Balsamo, vincitrice domenica scorsa in maglia iridata della Gand-Wevelgem, ndr). I favori del pronostico? Tutti gli occhi sono puntati sul talento olandese Mathieu Van der Poel, ma attenzione all'esordiente Tadej Pogacar, il fuoriclasse sloveno numero uno del ciclismo mondiale, potrebbe essere la vera variabile in corsa.
Poi tutta una serie di outsider, da Tom Pidcock a Jasper Asgreen, dal trionfatore della Sanremo Matej Mohoric a Stefan Küng, per arrivare a Christophe Laporte, Mads Pedersen e Tiesj Benoot e finire a Michael Matthews o al nostro Matteo Trentin (diretta Tv dalle ore 10 su Eurosport, dalle 14 su Rai Due). Ma mai come oggi, vale l'antico adagio: l'importante non è vincere, ma partecipare. Per chi ci riesce è già un successo.
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