Pecco Bagnaia e Marco Bezzecchi. Il week end del motomondo è tutto loro. Anche la classifica del campionato è per il momento quasi tutta loro: primo e terzo, il piemontese che si invola a caccia del secondo mondiale di fila e il romagnolo a un solo punto dal secondo in classifica. Uno su Ducati ufficiale, l'altro su Ducati clienti, per cui Pecco con la moto sartoriale e Marco con quella prêt á porter. Osservandoli in pista e fuori, per stile e comportamenti, per come uno pennella le curve e ama vincere con assolo e l'altro aggredisce le staccate e cerca il duello, per come uno si controlla nelle dichiarazioni e l'altro si perde nei riccioli e nell'esuberanza trattenuta a stento, Pecco e Marco ricordano Biaggi e Rossi dei tempi meravigliosi che furono. Solo che sono entrambi figli di Valentino e della sua Academy scuola sforna talenti, dunque sono un Biaggi e un Rossi che si vogliono bene. Capirete che si tratta di un cortocircuito, uno scherzo del destino per chi ha vissuto quel diversamente odio diventato una delle rivalità più belle dello sport. Perché Bagnaia e Bezzecchi sono prigionieri della scuola, dell'Academy, di quel mondo che li ha aiutati a sbocciare e ancora oggi li fa crescere ma che inevitabilmente ne ha smussato gli spigoli togliendogli la libertà di osare tutto l'uno contro l'altro alla campanella, cioè in pista. Le loro gare parlano chiaro, anche quando duellano si ritrovano ad avere quell'attenzione in più che si ha per il compagno di banco, non per il nemico. Marco l'ha detto proprio l'altro giorno a Moto.it, «quando affronti un compagno dell'Academy non è, come invece pensano molti, più bello. Al contrario hai paura di sbagliare e rovinare il rapporto che hai instaurato con lui...».
Forse è anche per questo che, nonostante i successi e le vittorie a raffica di questi nostri nuovi campioni, si fa così fatica a dimenticare Valentino in primis... e, per chi ha la memoria lunga, anche Biaggi. Figli di un'altra epoca, di scuole diverse e, per carità, mai compagni di banco.
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