Meglio tardi che mai, anche perché Lukaku ha ancora tutto il tempo per riprendersi l'Inter. Vero che lo scudetto è andato, ma contro questo Napoli, con Big Rom in più o in meno, cambiava poco, anche perché chi ha giocato al posto suo (Dzeko) non l'ha certo fatto rimpiangere.
Alla prima partita che contava davvero, Lukaku ha risposto presente come meglio non avrebbe potuto. Gol da vittoria, che non significa qualificazione, ma certo è un importante punto di ripartenza in vista della gara di ritorno, in un ambiente infernale e contro una squadra scaltra e organizzata. Dzeko è un po' stanco, e alla sua età c'è da capirlo. Forse anche un po' più nervoso del solito, come dimostra lo screzio con Onana e la reazione al momento della sostituzione: ha segnato al Napoli il 4 gennaio e poi al Milan a Riad, il 18. Lukaku arriva tardi, ma il momento è quello giusto e i gol spingono in alto morale e condizione. Insomma, è finalmente tempo di LuLa, anche se il Toro Martinez ha steccato un'altra volta in Champions: 3 gol nelle ultime 22 gare, quando Lukaku solo quest'anno ne ha segnati 2 in altrettanti spezzoni contro Plzen e Porto. L'Europa esalta Big Rom, che nelle 2 stagioni con Conte segnò 6 gol in 10 partite di Champions e addirittura 7 in 6 gare dell'Europa League persa in finale (anche per i suoi errori, in verità).
Il prestito di Lukaku scade a fine stagione, il futuro è tutto da scrivere. Il suo come quello dell'Inter.
Lukaku vuole restare a Milano, al Chelsea sta bene che resti con un altro anno di leasing: 8 milioni più 3 di bonus, e qui il prezzo non è negoziabile per equilibri contabili. E infatti Lukaku già sa che per restare, stavolta lo stipendio deve tagliarselo davvero, e non solo farlo raccontare dagli altri come nelle favole belle.
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