Altius, citius, fortius? Soprattutto, più in alto: i benefici dell'allenamento in quota sono ormai storia e il Coni ha deciso di prendere casa fra i monti di Livigno, inaugurando, a quota 1.816, il quarto Cpo nazionale. Dopo Acqua Acetosa, Tirrenia e Formia, sbarca sul piccolo Tibet d'Italia il nuovo Centro di preparazione olimpica, il primo in quota. Il polo Aquagranda, 10mila metri quadrati, in questa enclave fra Valtellina e Grigioni, ha cambiato pelle: con un investimento di 7 milioni e la collaborazione dell'Apt locale, regione Lombardia e Coni, oggi offre un campo da calcio, una pista di atletica, una palestra, una vasca da 25 metri a cui, fra dicembre e febbraio, si aggiungerà l'olimpionica da 50 metri. C'è pure il primo museo italiano, quarto nel mondo, dedicato alle torce olimpiche e un campo da beach volley, in attesa che a coprirlo sia la neve che, nel 2026, porterà quassù le gare olimpiche di freestyle e snowboard. Qui dal 2015 è di casa Federica Pellegrini. Emozionata, nelle vesti di madrina, alla sua prima uscita da signora Giunta, non ha dubbi: «La tanta neve forse distrae i ragazzi di Livigno, ma con la nuova vasca da 50 metri, basta scuse: anche quassù potrà nascere un campione del nuoto». Lo spera anche Luca Moretti, presidente di Apt: «Questo è un nuovo punto di partenza». Le federazioni, italiane in primis, potranno godere di convenzioni con oltre 100 realtà del territorio. Con Coni e Regione la collaborazione si focalizzerà sui costi di gestione: per Carlo Mornati, segretario generale del Coni e Antonio Rossi da palazzo Lombardia «Si è avverato un sogno». Dopo sport invernali, triathlon, ciclismo e nuoto, l'obiettivo si fa di squadra, sfatando il mito che sopra i 1000 metri il calcio soffra: «Serve semmai più tempo per acclimatamento: con 15 giorni di lavoro spiega Paolo Nicolato, allenatore della nazionale under 21 (quella olimpica!) questo Cpo diventa interessante anche per noi». A confermarlo anche i più recenti dati sul training in altura che il Coni, con Giampiero Pastore esporrà a Roma il 25 ottobre. Già sulla carta c'è un progetto per un altro palazzetto, pensato per basket e volley, ma intanto il presente è qui: Thomas Ceccon e Nicolò Martinenghi hanno appena terminato 3 settimane di bracciate in quota, Dallo Stelvio rifiniscono il lavoro a secco i ragazzi dello snowboard: ad inizio dicembre affronteranno qui una tappa di Coppa che vale come pre olimpica: «Livigno è casa: ora spero in una pista come piace a noi, piena di salti», spiega Michela Moioli.
Qui si può fare: agli ultimi Giochi i preparatori della pista arrivavano proprio da Livigno, che per i Giochi può contare su un gruzzolo di 120 milioni e un imperativo: niente costruzioni nuove. Solo parcheggi, l'atteso collegamento fra i due versanti sci di Mottolino e Carosello e l'ammodernamento del passo Forcola.Il resto? Natura ed altura.
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