Pioli è già... da Sanremo "Si può dare di più". E lancia Ibra sul palco

Il tecnico capolista: "Per Zlatan sarà un altro stimolo". Oggi no a cali col Benevento "stregato"

Pioli è già... da Sanremo "Si può dare di più". E lancia Ibra sul palco

Senza mai citarla direttamente, ieri Stefano Pioli ha evocato una vecchia canzone al suo Milan alle prese col battesimo del 2021. «Chiedo di fare qualcosa di più, mangiare meglio, allenarsi meglio, riposare meglio, cavalcare l'entusiasmo delle settimane passate» è la frase che sembra riecheggiare il motivo si può dare di più esibito dal trio Morandi-Tozzi-Ruggeri a Sanremo nell'87. È indispensabile, par di capire, per mantenere il primato in questo gennaio di fuoco che mette insieme campionato e coppa Italia senza soste, passando attraverso le sfide di Juve e Atalanta e il doppio Toro, sette appuntamenti concentrati in 28 giorni, un'altra maratona dopo quella di dicembre. E dare di più dopo una sosta corta («ci siamo preparati bene» spiega Pioli) con almeno cinque indisponibili (Theo squalificato più Ibra, Bennacer, Saelemaekers e Gabbia non convocati; Castillejo in viaggio ma non ancora ristabilito perfettamente) non è scontato per un team uscito dal 2020 con il successo corroborante sulla Lazio («quello di Hernandez il gol più importante dell'anno» il giudizio del tecnico) e un paio di conti in attivo (2° miglior attacco e 4° miglior difesa).

A confermare il rischio incognita è proprio uno dei grandi assenti, Ibra con quella frase affidata al tecnico prima di vederli partire per Benevento. «Mi raccomando mister, sarà dura con Pippo» il pronostico dello svedese che probabilmente ha fretta di ritornare (difficile con la Juve mercoledì) e viene frenato dallo stesso Pioli il quale gli riconosce per l'affare Sanremo «è talmente concentrato sul calcio, talmente maniacale e motivato nella preparazione che prenderà come ulteriore sfida la partecipazione al festival».

E d'altro canto che il Benevento, turbato dalla notizia dei tre positivi tra staff tecnico e medico scoperti con l'ultimo giro di tamponi molecolari - con l'aggiunta del peperoncino Inzaghi - evochi qualche strega di troppo per il Milan non è un mistero. Mai battuto nei due precedenti (2 a 2 con gol di Brignoli, il portiere, all'andata; 0-1 con gol di Iemmello al ritorno), così come imbattuto risultò il Bologna di Pippo nel dicembre del 2018 prima dell'esonero maturato a gennaio 2019. Decimo in classifica, reduce da una striscia esaltante (1 sola sconfitta nelle ultime sette, 3 vittorie e 3 pareggi), fermate in casa già Juve e Lazio, il Benevento è questo. «Una partita complicata» la sintesi di Pioli convinto che da oggi in poi cambieranno le strategie dei rivali. «Perché ci aspettano ora, perché ci conoscono» la spiegazione didascalica che porterebbe direttamente al mercato se il tecnico non osservasse il profilo di aziendalista convinto.

«In queste ultime settimane stiamo pagando alcuni infortuni muscolari ma appena avremo tutti disponibili, l'organico è giusto per affrontare i tre impegni che ci aspettano» la tesi del tecnico che non presenta l'elenco della spesa come altri suoi colleghi ma fa appello solo e soltanto all'abilità dell'area tecnica »nel cogliere le eventuali occasioni».

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