«C'è un piano per far giocare definivamente la partita di domenica, l'ho già sottoposto ad alcuni club di A e ora lo spiegherò anche ai calciatori del Parma». L'annuncio di Carlo Tavecchio scuote l'ennesima giornata di caos attorno al club emiliano. Ieri il presidente della Federcalcio ha incontrato a Roma il sindaco Pizzarotti, entrato in via Allegri molto pessimista («la percentuale che Parma-Atalanta si giochi è scesa al 40 per cento») e uscito con un po' di positività in più («diciamo che siamo risaliti al 50»). Domani arriverà la decisione da parte della Lega di A, mentre i calciatori a Collecchio hanno regolarmente svolto l' allenamento. «Noi stiamo facendo il massimo per salvare il nome della città, non la società in quanto tale che farà il suo percorso - ha precisato Pizzarotti -. Penso che sarebbe anche un bel segnale il fatto che se una società va male fallisce e si riparte dalle regole condivise».
Intanto a Sky Sport 24 ha parlato Giampietro Manenti, il presidente del club emiliano finora prodigo di promesse mai realizzate. «Sono un bluff? Probabilmente sì, probabilmente no, poi lo vedremo - sottolinea Manenti -. I soldi ci sono, altrimenti non ci saremmo imbarcati in questa avventura. Sono arrivati già da tempo, ma non sui conti del Parma calcio. Stiamo cercando di preparare i documenti da presentare, in modo che ci sia un piano credibile e duraturo negli anni».
Il patron continua a ripetere che la soluzione della crisi sia a portata di mano: «La prossima settimana ci presenteremo in Procura con alcuni pagamenti fatti. Chi me l'ha fatto fare? In me c'è un'innata passione per lo sport e per il calcio, poi credo nel progetto che stiamo portando avanti. Da 24 anni lavoro in Est Europa, si contano sulle dita di una mano le persone che parlano male di me. I soldi arrivano da investitori italiani, europei ed extraeuropei. Non tutti possono essere proprietari del Parma: ora sono io, chi vuole trattare venga da me». E nel frattempo molla Pietro Leonardi, dimessosi dal ruolo di dg per ragioni di salute.
Sulla vicenda è intervenuto anche il numero uno della Lega Pro Macalli: «Il ritardo di un quarto d'ora in A? Un'ipocrisia, i calciatori dovrebbero vergognarsi.
Se mettessero 5000 euro a testa, si risolverebbe temporaneamente il problema, consentendo al Parma di giocare le partite. Iniziamo 30 minuti dopo per i lavoratori dell'Ilva di Taranto, magari a 1.000 euro al mese o senza prendere stipendio, o usciamo da Collecchio con le Ferrari lunghe 22 metri?».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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