Miralem Pjanic si appresta a chiudere la sua terza stagione con la maglia della Juventus e questa è stata forse la più deludente sia dal punto di vista realizzativo che da quello del rendimento sul campo. Il bosniaco ex Roma ha parlato di diversi argomenti durante un evento Randstad organizzato all'Allianz Stadium: "Sono nato in Bosnia ma sono venuto via molto presto. Sono cresciuto in Lussemburgo, un paese piccolo dove non ci sono stati problemi di guerra come accaduto in Bosnia. Per me era un sogno fare una grande carriera. Mio padre e mia madre se ne sono andati perché c'era la guerra. Mio padre giocava con una squadra, non ci lasciavano andare, non ci davano i documenti per lasciare il paese. Mio padre lavorava dalle 8 alle 4 e mia mamma dalle 4 alle 10. Ha cresciuto una famiglia che se è andata da casa sua con tre buste in mano, senza niente, senza neanche sapere la lingua".
Pjanic ha giocato per diversi anni in Francia ed ha spiegato come avrebbe potuto scegliere la nazionale francese anziché quella bosniaca: "Ho scelto la Bosnia anche se sul lato sportivo la scelta migliore sarebbe stata la Francia. A 18 anni avevo appena fatto un anno al Metz, sono andato al Lione e Domenech mi aveva chiamato per poter giocare con la Bosnia. Poco prima mi aveva chiamato anche la Francia. Ricordo che a 13 anni c'era Bosnia-Danimarca, sono partito con il pullman dal Lussemburgo per vedere quella partita.
Potevamo qualificarci per le fasi finali dell'Europeo perdemmo ma l'atmosfera era fantastica e io volevo giocare in quello stadio e per quella nazionale. Quindi ho detto no a Domenech, volevo essere un giocatore della Bosnia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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