Il calcio ha bisogno di soldi. Naviga tra i debiti, mette in circuito la notizia di volersi comprare Sky sport ma trattasi di manovra furbetta per stuzzicare Dazn che dovrà versare molti milioni in più per il rinnovo dei contratti tivvù. Beghe di bassa politica, il condominio della Lega di serie A litiga anche per l'acquisto di una matita copiativa, figuriamoci se trova una compattezza manageriale, andando oltre il giardino privato di ogni presidente. L'ultima proposta riguarda i play off, formula che avrebbe un significato soltanto per i cosiddetti runner up, cioè chi si classifica dal secondo posto e a seguire. Ma la prima, la vincitrice del campionato non può e non deve essere messa in discussione. Prendo ad esempio il Napoli che è in fuga solitaria e va a conquistare con merito assoluto il titolo, pensate possa annullare la festa, ricominciare tutto daccapo per far godere chi è in ritardo almeno di quindici punti? Eventuali play off per le perdenti a giocarsi la qualificazione per le varie coppe ma tutto ciò rappresenta una soluzione mercantile per aggiungere partite, dunque denari di diritti tivvu, bigliettazione e sponsor. Non avendo idee ma scimmiottando i format stranieri, ecco che la prossima edizione della supercoppa italiana sarà disputata con un torneo a 4 squadre, un copia e incolla della competizione organizzata dalla Spagna di Tebas: le due finaliste di coppa Italia, la vincitrice del campionato e la seconda in classifica si sfideranno nella Final Four (altra scopiazzatura dalla pallacanestro) per allungare la stagione, aumentando i costi e garantendo altri incassi.
Per confermare l'assunto è arrivata la conferma che le prossime sei edizioni della supercoppa verranno disputate in Arabia Saudita. La scadenza ha un suo perché, nel 2030 il regno di Salman e del principe Mohammad bin Salman al Saud ospiterà il mondiale dell'altro sovrano Infantino. Il clan è completo.
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