Il Diavolo confuso

Pressing sì o no, difesa alla sbarra, Musah spaesato, Leao polemico con la curva fa dietrofront. Il club con Fonseca e fra i tifosi c'è già chi invoca Pioli

Il Diavolo confuso
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«La responsabilità è solo mia, io non scappo dalla responsabilità». Paulo Fonseca si è mostrato col petto in fuori per farsi impallinare dalla critica guadagnando l'encomio silenzioso del club ma non ha certo risolto i problemi che restano giganteschi dopo la prima, pesante, sconfitta. «Non si può difendere così, quattro da una parte e quattro dall'altra», la sua spietata analisi riferita alla squadra spezzata in due tronconi e tra l'altro condivisa da Fabio Capello («sembravano sparpagliati per il campo, serve equilibrio»). La chiave di lettura più inquietante di tutte però è nella frase di Musah, a fine partita. Ha fatto sapere l'americano schierato in un ruolo mai occupato con Pioli: «Non sapevo se andare in pressing o fermarmi a difendere». Se non lo sa Musah, avventatamente schierato mediano, vuol dire che non gli è stato detto, ripetuto e spiegato in settimana. E qui emergono le responsabilità del tecnico portoghese. Altro quesito di fondo: perché c'è tanta differenza di rendimento, oltre che di risultati, tra il Milan pre-stagione, durante l'impegnativo viaggio negli Usa (tre successi con Barcellona, City e Real Madrid) e quello di campionato? La risposta più banale può diventare la seguente: perché allora non c'erano i titolarissimi impegnati nell'Europeo e i loro sostituti erano a caccia di guadagnare crediti. Uno su tutti? Chukwueze schierato col Torino, e a Parma messo da parte, con Pulisic restituito al ruolo di attaccante destro dopo averlo provato e riprovato come sotto-punta. Motivazioni diverse, dunque.

Dopo il crac di Parma, è partita la caccia ai responsabili. A Gerry Cardinale è andata di traverso la vacanza a Capri, a Ibra sono state rinfacciate le sue frasi e in particolare il mercato che poi, detto francamente, non è così male come quello precedente di Origi e soci. Ma Zlatan è quello che deve rispondere della scelta fatta sul tecnico adesso e può farlo a condizione che sia convinto, controllando ogni giorno allenamenti e colloqui Fonseca-spogliatoi, dell'utilità del lavoro del portoghese. «Ho bisogno di tempo», la richiesta dell'interessato. Sui social invece lo hanno già messo alla porta, addirittura in qualche caso invocando il ritorno del figliol prodigo Stefano Pioli. Il club è rimasto in silenzio lasciando trapelare però l'ammirazione per il coraggio dimostrato da Fonseca nell'assumersi ogni responsabilità senza cercare scuse o alibi e senza chiamare in causa il mercato che è stato tra l'altro da lui dichiarato molto soddisfacente. L'unica notizia del giorno è la tempesta in un bicchier d'acqua nata dal gesto polemico di Leao successivo al gol di Pulisic suggerito dall'assist di Rafa.

L'attaccante, con un lungo post su Instagram, ha spiegato che era diretto «a una sola persona» e non sicuramente alla Curva sud, cui ha riconosciuto «il sostegno ricevuto anche nei momenti difficili». L'episodio però è la spia anche di un certo stato d'animo dello spogliatoio dopo questo debutto disastroso nella nuova stagione.

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