Il progetto Stramax: crescere ancora e diventare grandi

Il tecnico dell'Inter ottimista dopo aver visto i recenti progressi Moratti vuole Coutinho. La battuta: "Ha già fatto la squadra"

Appiano G. - Se la giocano a testa o croce per decidere chi sia il favorito del derby. L'idea non piace a nessuno. O meglio: nessuno sa fornire risposta senza rischiare una brutta figura. «Una partita affascinante, da tripla», dice Stramaccioni sapendo che il pronostico strizza l'occhio alla sua squadra. E là dove contano i gol, l'Inter si accompagna a Milito: un nome, una garanzia. Con sei reti è uno dei goleador top dei derby milanesi. Gli hanno pure evitato la faticosa trasferta di coppa per fargli lucidare il piede. Testa o croce dice Inter, e magari anche il campionato visto il terzo posto in classifica, la serie di partite vinte in trasferta (sono sei) e questo derby è da trasferta. Sfida con tutte le tensioni e i dispetti del caso. Ed anche le domande del caso.
Intanto Stramax cerca una partita da grande squadra. Per ora ne ha vista una, contro la Fiorentina, ricorda. «Adesso cerchiamo la continuità. E il derby può darci una verifica: per restare agganciati alla testa del campionato». Vincere e crescere, la sintesi è presto fatta. Intanto piccoli uomini crescono. Coutinho è sulla bocca di tutti e Moratti se lo mangia e se lo gode. Con gli occhi ovviamente. Stramax sente, consente e allunga la battuta: «Cresce? È sempre alto uguale». Il ninnolo brasiliano gli piace tanto e l'idea di buttarlo nel derby insieme a Cassano e Milito, va carezzata. Subito o a partita in corso? Questo è il dubbio. «Il presidente (che lo vorrebbe subito, ndr) ha già fatto la squadra», battuta di Stramax ma non troppo. «Nemmeno tu sai quanto sei forte», dice lui a Coutinho. «È un patrimonio dell'Inter». Sembra un derby fatto per i ragazzini: da una parte El Sharaawy, dall'altra Coutinho. Vent'anni nemmeno compiuti l'italiano, vent'anni appena compiuti l'interista. Il milanista guizza in mezzo alle difese e Stramax non può sentirsi tranquillo: quella nerazzurra (che ci sia Cambiasso al centro oppure Samuel) non è proprio da piè veloci e soprattutto svelti. Coutinho, invece, può andare a far danni svariando dal centro alle fasce e viceversa. Tutto potrebbe stare nei piedi loro. Oggi e chissà il domani. Stramax è convinto che abbiano futuro e c'è da credere a uno abituato a lavorare con i giovani. «Ma non conosco abbastanza bene Stephan. Non so quale carriera attendermi. Invece conosco Coutinho e sono certo che farà una carriera importante, spero qui all'Inter». Magari ricominciando da un derby. Resta nei ricordi, conta di più.
Non sarà il derby della vita e neppure quello che ti manderà in ebollizione in caso di vittoria o metterà l'angoscia in caso di sconfitta. Se poi volessimo guardare ai numeri, si sta facendo avanti l'idea del pareggio: non arriva dal 2004, i successivi 18 incontri ufficiali hanno portato nove vittorie ciascuno e 26 gol a testa. Numeri perfetti per complicare certezze e idee. L'Inter ha il carburante di una settimana a tutto gas: prima il successo a San Siro contro la Fiorentina, poi la partita in Europa con una squadra diversa, più giovane, un'idea per il futuro, dice Moratti. «Quando si cambia 7/11 di una formazione e un allenatore riesce ad avere una risposta come quella ottenuta a Baku, diventa una verifica fondamentale per il gruppo. Quel successo serve per capire dove stiamo andando. Invece il derby avrà spessore diverso senza esasperare nulla in positivo o in negativo».
Comincia ad essere un'Inter che si piace, che può affrontare Pazzini senza scottarsi i piedi sulle braci («Lo capisco, se fossi in lui vorrei dimostrare che ci siamo sbagliati»), e mettere in vetrina la miglior faccia di Cassano. Una squadra che fuori casa (in campionato) non ha ancora preso gol, ma stavolta correrà i suoi rischi.

Un'Inter ottimista che teme la stanchezza del lungo viaggio di andata e ritorno a Baku, rinfrancata dal miglioramento globale del centrocampo, che può permettersi di aspettare Chivu (operato mercoledì a un piede) per un mese, di lasciare andare Sneijder a curarsi negli Stati Uniti senza affrontare polemiche e di tener Palacio in naftalina per proporgli un rientro in campo senza guai. Quasi non sembra l'Inter.

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