Come l'anno scorso con l'Empoli, l'Inter acciuffa il Parma e i supplementari a un soffio dall'eliminazione, che a quel punto avrebbe strameritato, e passa ai quarti di Coppa Italia, dove sfiderà la vincente di Atalanta-Spezia, in programma la prossima settimana. Decide Acerbi, di testa, dal limite dell'area, con una palombella che sorprende Buffon. Ma quanta fatica per Inzaghi! L'undici con cui comincia la partita, pur considerando i numerosi assenti per infortunio o per ovvia rotazione da Coppa Italia è sulla carta molto più «credibile» di quanto poi si rivela in campo, fin dai primi palleggi.
Il possesso palla nerazzurro è sterile e lento e non produce praticamente nulla di serio fino al gol dell'1-1, che arriverà al 43 del st. Buffon gioca la 50esima partita a San Siro e «conquista» i supplementari con una paratissima su Dzeko, a un soffio dallo scadere. Quando Gigi venne per la prima volta a Milano (nel marzo del 96 contro il Milan), mezza Inter (Onana, Bastoni, Dumfries, Asllani, Martinez, Dimarco e Bellanova) non era nemmeno nata. La curva Nord lo tratta come sempre, insultando a gran voce il suo passato bianconero, e non solo. Càpita, Buffon se ne è fatto da tempo una ragione.
Pecchia ha già battuto Salernitana e Bari e prova a giocarsela anche con l'Inter. A metà tempo gli si fa male Man, forse fin lì il migliore, e al suo posto manda in campo Juric, che poco dopo sbloccherà il risultato. È il colpo di fortuna che aiuta gli audaci, ma è innanzitutto un capolavoro di squadra: lancio profondo di Bernabè, tacco di Sohm e destro incredibile di Juric, su cui Onana non può nulla.
È anche una questione mentale, forse soprattutto quello. Già nel prepartita, il dg Marotta aveva fatto capire che la testa era rimasta a Monza e al fischio infelice dell'arbitro Sacchi («sono amareggiato, credo che quel gol regolare ci avrebbe consentito di vincere»), l'Inter si sente vittima, ma stavolta ha fatto tutto da sé, riuscendo infine a passare il turno solo perché il Parma ha sbagliato più volte il gol dello 0-2. Clamoroso il contropiede sciupato da Bernabé, con passaggio errato per Sohm, da situazione di 3 (giocatori del Parma) contro 1 (dell'Inter).
Nel st, Inzaghi fa i cambi che non avrebbe mai voluto fare. Prima manda dentro Dzeko e Dimarco, più Bellanova. Poi anche Acerbi e Darmian. E ridisegna la squadra con Lautaro dietro a Dzeko e Correa.
Il pareggio che vale i supplementari arriva a 2' dal 90' e un tempo sarebbe stato autogol, perché è la deviazione col volto di Osorio a battere Buffon, spiazzandolo, non il destro di Lautaro, che sarebbe stato del portiere. Poi Acerbi scaccia l'incubo della clamorosa eliminazione.
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