il Punto

Un commissario che si rispetti, non prende, sulla sola scorta del filmato, nel Gp dell'autoscontro dell'Azerbaijan, una decisione immediata, su un fatto così grave, come quello del tamponamento Vettel-Hamilton. No, prima chiede una indagine da telemetria. Altrimenti, cosa ci sta a fare questa super-tecnologia? Infatti, deve essere documentato che un campione del mondo pianti una brusca frenata, nel chiaro intento di danneggiare, sotto il naso del suo diretto avversario, alla ripresa, dopo l'estenuante, doppio regime di Safety-car. Ma dove siamo? Nella giungla del peggior traffico cittadino? Lo sport con la S maiuscola ha grandi esigenze deontologiche e di comportamento. In pratica, però, non ci sarebbe bisogno di un commissario e i 10 di penalità sono stati preferiti, perché nel motor-sport c'è la nemesi-tecnica, che giunge immediatamente a far giustizia, sotto forma di una protezione allentata nella vettura di Hamilton. E ci vorrebbe, questo tipo di nemesi, anche per tutte le altre risultanze. A cominciare dal diretto confronto Ferrari-Mercedes, che si apre nelle condizioni di qualifiche irregolari, fuori dal rispetto del vincolo del consumo istantaneo, con una elargizione di illecita potenza, proveniente dalla massima pressione di sovralimentazione, per una macchina fin troppo favorita nella passata era-Ecclestone. E che si svolge con un passo-gara che è soltanto l'ombra del giorno prima.

Equilibrio Ferrari-Mercedes, invece, perché nel gran premio si presta attenzione al limite della portata e si rispetta la norma regolamentare del consumo globale. Diciamolo apertamente: una Formula 1 così è davvero nauseante. Se la gara è tanto influenzata dalla posizione in griglia, deve rigorosamente aprirsi con il Regolamento Tecnico alla mano.

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