il Punto

Si può legittimamente giudicare abbastanza disinvolto questo mutamento di supremazia tecnica tra la Ferrari e la British-Mercedes, improvvisamente, da un Gp all'altro: un Cavallino ancora al comando nel Gp del Canada, con maggiore efficienza di motore ben conclamata, e una Stella a tre punte con un balzo di almeno una trentina di cv già nelle prove per questo Gp di Francia, con la sola variante apparente del secondo dei tre motori stagionali, definito come evoluzione, pur fuori dai più ragionevoli tempi esecutivi. In mancanza di prove concrete, c'è stata una certa insistenza dei media francesi, i più vicini alla Fia-Tv, nello spiegare che l'ultima conquista della Mercedes d'Inghilterra è stata da attribuirsi alla petrolchimica, con l'arrivo di un carburante super-petronato, che non dovrebbe essere permesso senza prelievi ed esami da laboratorio volante, come avveniva ai miei tempi, al primo sospetto.

Ma pazienza, ormai questa è una F1 pro-Mercedes dal 2014, ovvero dalla nascita del tema turbo-1.600 cm³ più propulsione ibrida, e non resta che sorvolare su tali contrasti tecnici. Nella sola speranza che anche la Ferrari, grazie al suo storico fornitore di benzina, possa ugualmente progredire. Per ora, resta solo la constatazione che i tecnici di Maranello, dopo aver subito un distacco dello 0,41 % sul giro secco dalla pole, hanno saputo presentare una macchina meglio configurata in gara.

Sarebbe stato utopistico pensare che Vettel, dopo la malaugurata collisione in partenza, avesse potuto disputare una intera corsa in soft e premiare maggiormente la sua spettacolare rimonta; ma, in parallelo con la resa di Raikkonen, una conclusione così positiva resta inconfutabile.

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