N on solo la Ferrari ha conservato in qualifica il suo primato motoristico sulla British-Mercedes, da Francorchamps a Monza, ma è riuscita a incrementare leggermente il distacco percentuale, dallo 0,05 allo 0,34%, che è un valore di rispetto, dopo una quasi parità di resa.
Ed è giusto attribuire tanta parte di questo successo alla pura potenza, perché il passaggio dall'una all'altra pista - qui siamo sul tetto del mondiale - ha messo in bilancio i più lunghi rettifili, dominati dagli oltre mille cavalli odierni. Primo, con configurazioni aerodinamiche ulteriormente alleggerite; secondo, con un utilizzo di pneumatici abbastanza paritario, ma apprezzabilmente accentuato nella velocità pura, data l'eguaglianza della graduazione delle m0escole, che qualche lieve punto di superiorità aggiungono dall'uno all'altro terreno.
Nel gioco delle scie, a Monza, si possono accettare piccole variazioni di pilotaggio tra Vettel e Raikkonen; quel che conta, tuttavia, è la globalità di risultato, per una prima fila tutta Ferrari.
Ed è piaciuta moltissimo la continuità di risposta di Maranello, che, tolta la prima prova FP1 di venerdì con la pioggia (stessa prevalenza anche sul bagnato), ha scavalcato la Mercedes d'Inghilterra dello 0,35% in FP2, per accontentarsi del solo 0,10% di superiorità in FP3.
Tecnicamente, poi, bisogna soppesare, a vantaggio del Cavallino, che le due macchine del confronto principe hanno combattuto questa importante disfida in condizioni di assetto quasi uguali, per confermare la restante differenza di motore, con un soffio meno di carico aerodinamico
per la Stella a tre punte, date le velocità da speed-trap di 343,8 e 343,1 km/h rispettivamente per Hamilton e Bottas, contro 342,7 e 341,5 km/h per Raikkonen e Vettel, altro punto di superiorità, eccellente per la gara.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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